La ferrovia Transnordestina dovrebbe portare soia, ferro ed altre commodities dalle fattorie e dalle miniere nel nordest del Brasile fino ai porti di Cearà e Pernambuco e di lì ai mercati in Cina. Lo stato brasiliano ha speso più di 6 miliardi di Reais (equivalenti a quasi due miliardi di Dollari Usa) su questo progetto cominciato oltre un decennio fa. Purtroppo però i lavori si sono arenati per difficoltà politiche e burocratiche.
A Lima in Perù ed a Bogotà in Colombia per i comuni lavoratori, a causa del pessimo stato dei servizi di trasporto pubblico, arrivare in orario in ufficio è un’ impresa. A Brito, un villaggio sulla costa del Nicaragua, non ci sono strade asfaltate, elettricità ed acqua corrente. Si lamenta un pescatore locale: ”È come se vivessimo ancora all’epoca di Cristoforo Colombo”. Tutta l’America Latina è tormentata dalle proprie infrastrutture inadeguate. Oltre il 60% delle strade della regione non è asfaltato, mentre in Asia non lo è il 46% e in Europa solo il 17%.
In moltissime città e villaggi sudamericani anche il sistema delle fognature è inadeguato, cosa che, insieme alla mancanza di acqua pulita, uccide molti bambini latinoamericani, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In questa regione inoltre le perdite di elettricità nelle reti di trasmissione e distribuzione sono fra le più alte al mondo. Solo i paesi africani spendono meno di quelli latinoamericani in investimenti infrastrutturali.
Secondo la società di consulenza Mckinsey, se le infrastrutture dei paesi della regione fossero buone come quelle di Turchia e Bulgaria, il tasso di crescita economica del Sudamerica sarebbe di due punti percentuali più alto di quanto sia attualmente. Ci sono alcune eccezioni positive. Secondo il World Economic Forum, le strade del Cile sono migliori di quelle belghe, neozelandesi e cinesi. I sistemi di trasmissione dell’elettricità e di telecomunicazioni dell’Uruguay sono addirittura migliori di quelli di Stati Uniti e Canada.
Negli ultimi mesi, peraltro, si sono aperte delle opportunità interessanti per migliorare i sistemi infrastrutturali di molti paesi dell’America Latina. I tassi di interesse globali sono bassi, cosa che rende facile raccogliere soldi per riparare vecchie infrastrutture o cominciare nuovi progetti. Presidenti che promettono politiche economiche liberali e pro-crescita si sono insediati in Brasile ed Argentina, due paesi chiave dell’area. In particolare Mauricio Macri, eletto presidente argentino nel 2015, ha lanciato un piano infrastrutturale chiamato” Piano Belgrano” dedicato al nord del paese, allo stato attuale molto mal connesso.
In Colombia, nell’ambito del piano di pacificazione con i guerriglieri marxisti delle Farc, il governo promette di migliorare la rete stradale nelle zone rurali del paese. Purtroppo, malgrado questi segnali incoraggianti, il problema della corruzione, fortissimo in questa parte del mondo, potrebbe bloccare molti progetti. L’inchiesta “Lava Jato” è cominciata come un caso di riciclaggio di denaro sporco in Brasile e ha finito per coinvolgere l’azienda Odebrecht, una grande ditta brasiliana che si occupa di progetti infrastrutturali e che è accusata di aver pagato tangenti per ottenere contratti in una decina di paesi latinoamericani.
Il presidente peruviano Kuczynski si è dovuto dimettere a causa di questo scandalo. In ogni caso, resta la necessità per tutti i paesi sudamericani di migliori strade, porti, aeroporti e sistemi idraulici e di trasmissione elettrica. La battaglia è fra l’endemica tendenza dei governanti locali ad appropriarsi delle risorse pubbliche e la voglia dei popoli latinoamericani di vivere una vita più decente.