Vulcanico, impulsivo ma anche protettore ed esploratore: Maurizio Zamparini difende, portegge la Joya Dybala.
Lo ha sempre fatto in passato, non può che ripetersi adesso: lui che da vero esploratore lo ha scovato dall’Argentina, dall’ Instituto de Cordoba, dal quel Sud America dove si vive di calcio e non tramontano mai i sogni, i sogni di diventare un gioiello del calcio mondiale.
Com’è cominciata
Così è partito Dybala dall’Argentina: tanto coraggio, piedi sopraffini e voglia di diventare grande, lui con le spalle così piccole.
Adesso Paulo è un fantasista corteggiato dai migliori club al mondo, un calciatore estroso, un fuoriclasse predestinato: indubbiamente il punto di snodo del mercato bianconero in uscita e, di riflesso, anche in entrata.
Ma le critiche per lui sono ugualmente arrivate: quando sei Paulo Dybala è inevitabile che arrivino. E quando sei a certi livelli, quando hai la 10 della Juve sulle spalle, pesano sempre il doppio.
Zamparini sul futuro di Dybala
“Il vero Dybala? Si vedrà quando andrà al Barcellona o al Real Madrid . Quando gli sono piovute addosso le prime critiche gli ho scritto ‘Paulo, vattene in Spagna per favore’. Ho sempre detto che è il nuovo Messi e lo confermo anche ora: per compiere il salto di qualità deve andarsene in un calcio vero, in A si privilegia l’aspetto tattico”. Queste le parole del patron rosanero rilasciate a Tuttosport.
Sarà anche vulcanico ed impulsivo Zamparini, il calcio italiano lo conosce bene, e queste dichiarazioni sono un invito a comprare un biglietto per la penisola iberica di sola andata per Paulo. Ma Zamparini è anche (e soprattutto) protettore della Joya, perché infondo solo a Palermo (piazza utile a tanti sudamericani per mettersi in mostra alla prima esperienza in A, da Cavani a Pastore) Dybala resterà per sempre “Il bambino” (“u picciriddu” in dialetto siciliano).