Dopo la storica apertura, arriva la brusca frenata: “Il presidente americano Donald Trump non farà concessioni sostanziali, come la rimozione delle sanzioni, finché la Corea del Nord non avrà smantellato in modo sostanziale il suo programma nucleare“. Lo ha detto un dirigente dell’amministrazione Usa al Wall Street Journal.
In sostanza, per avere un alleggerimento delle sanzioni, a Pyongyang non basterà l’annuncio di aver sospeso i test missilistici e nucleari e l’intenzione di chiudere un sito per gli esperimenti atomici. Molti analisti, in effetti, avevano previsto questa parziale marcia indietro nel dialogo tra i paesi.
La Corea del Sud, intanto, ha annunciato la sospensione delle trasmissioni di propaganda al confine con la Corea del Nord. La decisione è stata presa per “ridurre le tensioni militari e creare un clima di colloqui pacifici”, in vista del summit di venerdì prossimo nel villaggio di confine di Panmunjom che vedrà seduti allo stesso tavolo il presidente Moon Jae-in e il leader nordcoreano, Kim Jong-un.
A febbraio scorso, la Corea del Nord aveva abbassato il volume dei suoi messaggi di propaganda, in occasione delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, alle quali aveva inviato una propria delegazione. I messaggi di propaganda sudcoreani al confine erano cominciati nel 1963 e l’ultima volta erano stati interrotti nel 2015.
Sempre al confine, il ministero della Difesa sudcoreano ha avviato il trasporto di materiale per costruzioni, equipaggiamenti e personale nella base Usa di Seongju, a circa 300 km a sud di Seul, che ospita i sofisticati e controversi sistemi antimissile americani Thaad, installati lo scorso anno per scoraggiare le intemperanze balistiche di Pyongyang.