Dopo la guerra delle spie, altri venti da cortina di ferro scuotono Washington e Mosca. E questa volta sono venti d’alta quota. Da oggi, infatti, sarebbero a rischio i collegamenti aerei diretti tra gli Stati Uniti e la Russia. Ad annunciarlo è direttamente il Ministero degli Esteri russo che rintraccia la causa nelle (numerose) difficoltà degli equipaggi di Mosca ad ottenere i visti.
L’unica compagnia aerea russa che effettua – tutto l’anno – voli regolari verso gli USA è la statale Aeroflot. E la ‘questione cancellazione‘ riguarderebbe proprio i voli della compagnia di bandiera che riscontra un aumento sempre maggiore dei ritardi nel rilascio dei visti. Secondo gli Affari Esteri russi, i tempi di attesa si sarebbero allungati fino a 250 giorni. “In poche parole, è inutile richiedere un visto”, sintetizza la nota del ministero.
La voce del Cremlino non tarda a farsi sentire, abituata com’è ad alzare i toni. “Queste difficoltà sono state create deliberatamente”, suggerisce – implacabile – Dmitri Peskov. Il fedelissimo di Putin spiega, infatti, che i tagli ai diplomatici, causati dall’esplosione del caso Skripal, non avrebbero influenzato la sezione consolare. Per questi motivi, Washington avrebbe provveduto a rendere difficile la vita di hostess e piloti di Aeroflot. “La responsabilità ricade sugli USA”, conclude Peskov.
Nel botta e risposta dei diplomatici, anche Aeroflot sottolinea la propria posizione. “Noi confermiamo l’emergere di un problema con l’ottenimento di visti statunitensi per i nostri equipaggi”, riporta Tass citando un portavoce della compagnia aera che, peraltro, non fornisce nessun ulteriore dettaglio. Altre fonti invece, pur ribadendo le conferme di Aeroflot nel riscontrare tutte le difficoltà del caso, negano che una (ancora eventuale) interruzione dei collegamenti diretti possa avvenire in tempi brevi. “Ci sono visti sufficienti per mantenere i voli per diversi mesi”, avrebbero dichiarato i vertici della compagnia di bandiera.
Insomma, mentre Lavrov rassicurava sulla pacificazione dei rapporti con la Casa Bianca, gli Esteri lanciano un allarme forse un po’ prematuro. Del resto, USA e Russia sono noti per farsi guerre indirette.