Si registra un aumento della spesa sanitaria pubblica pro capite in Italia. A rivelarlo è il Rapporto Osservasalute evidenziando, su base nazionale, l’incremento dello 0,38% registrato tra il 2015 e il 2016, pari a 1.854 euro. Capitolo a parte per la spesa sanitaria privata che, nel 2015, raggiunge la quota di 588,10 euro con un andamento crescente dal 2002 a un tasso annuo media dell’1,8%.
Sul versante Regioni si registra un tasso medio di crescita degli esborsi che va dallo 0,6% della Lombardia al 3,7% della Basilicata. Nel 2015 si registra in Valle d’Aosta un’elevata spesa privata pro capite, pari a 948 euro, a differenza della Sicilia che detiene la quota più bassa con 414 euro.
Dunque la spesa sanitaria pro capite italiana è composta per circa tre quarti dalla spesa pubblica, piazzando il Paese in linea con gli altri Stati europei che hanno adottato un sistema di finanziamento a carico dello Stato.
Salute, incremento della mortalità al Sud
Si registra un elevato tasso di mortalità al Sud, dovuto soprattutto a patologie come tumori, diabete e malattie croniche che colpiscono un target di persone compreso tra i 30 e i 69 anni. Infatti la percentuale oscilla dal 5 al 28%. La Campania registra il dato più allarmante con il +28% rispetto alla media nazionale del 2,3%.
Salute, una persona su cinque non ha i soldi per le cure
Altro dettaglio sconfortante è dovuto al fatto che una persona su cinque, residedente al Sud, dichiara di non aver il denaro sufficiente per pagarsi le cure. Campania e Calabria sono le Regioni che mostrano il profilo peggiore.
Si evidenziano, come emerge dal documento stilato dall’Osservatorio, “situazioni di buona copertura dei sistemi sanitari nelle regioni del Centro-Nord, mentre per il Meridione appare urgente un forte intervento in grado di evitare discriminazioni sul piano dell’accesso alle cure e dell’efficienza del sistema”.
Salute, calo nella spesa per il personale sanitario
L’analisi evidenzia un calo nella spesa per il personale sanitario. Infatti gli investimenti per personale dipendente del Sistema sanitario nazionale sulle uscite totali è diminuita dell’1,1% tra il 2012 e il 2015, passando dal 32,2% al 31,1% e confermando un trend osservato a partire dal 2010. Il contenimento della spesa si è registrato nelle Regioni sottoposte al Piano di Rientro (comprendenti Campania, Calabria, Sicilia, Lazio e Puglia), in Lombardia, Liguria e nella Provincia autonoma di Bolzano.
Sanità, in aumento i casi di cittadini anziani non autosufficienti
Risulta critica anche la situazione dei cittadini anziani non autosufficienti, che nel 2028 ammonteranno alla cifra record di 1,6 milioni, 100mila in più rispetto a oggi. I cittadini over 65 con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche, ecc.) arriveranno invece a 4,7 milioni (700mila in più).
“Ci troveremo di fronte a seri problemi per garantire un’adeguata assistenza agli anziani – hanno sottolineato gli esperti – in particolare quelli con limitazioni funzionali, perché la rete degli aiuti familiari si va assottigliando a causa della bassissima natalità che affligge il nostro Paese da anni e della precarietà lavorativa che non offre tutele ai familiari”.
Inoltre l’indagine segnala come sia diminuito il numero degli abitanti in Italia, con oltre un italiano su cinque che ha più di 65 anni: attualmente sono 6,6 milioni i 65-74enni (10,9% con un picco del 12,7% in Liguria), 4,8 milioni i 75-84enni e due milioni gli over-84 (con le donne che rappresentano la maggioranza, ovvero il 68%). Continuano invece a diminuire gli ultracentenari: nel gennaio 2017, meno di tre residenti su 10mila hanno 100 anni e oltre e le donne sono le più numerose.