Potremmo dire che l’allarmante escalation di episodi di bullismo nella scuola italiana, oggi, ha raggiunto il suo apice. Ma non sarebbe vero. Quello che è accaduto a Lucca, infatti, è certamente drammatico. Ma è, purtroppo e soltanto, l’ennesimo caso-limite. Anzi, i casi-limite che, come sempre, finiscono sui social network e fanno il giro del mondo.
Infatti, gli episodi sono diversi. Come diversi sono i protagonisti. Un insegnante e uno studente. Il primo è stato vittima di una terrificante aggressione verbale da un alunno a cui aveva attribuito un voto negativo. Il secondo, invece, è stato picchiato da 5 coetanei. Storie, ormai, di ogni giorno.
ITC Carrara, Lucca. Sembra una mattinata come tante. Un’interrogazione come tante. Il prof è seduto in cattedra. Alla sua destra, uno studente molto giovane, a cui è toccato un pessimo voto. “Prof, non mi faccia incazzare”, esordisce il ragazzino. E, subito, alza la voce. “Mi metta sei”, gli ordina. Urla. Sbraita. “Non mi faccia incazzare”, ripete. La classe ride. Si diverte. Quasi applaude. Parte il video, subito virale. Prima le chat, poi i social, poi i giornali locali, poi i media nazionali. E l’atto diventa notizia. “Lei non ha capito nulla”, continua lo studente. “Chi è che comanda?”, domanda provocatoriamente e agita il dito, puntandolo contro il suo insegnante. “Si inginocchi”, prosegue. Incredibile. Imprecazioni, violenza verbale, plauso dei compagni. Incredibile. “Un fatto gravissimo, l’insegnante è sconcertato. Ed è grave anche che non sono venuto a saperlo dall’interno della classe, ma da persone esterne”, dichiara il preside dell’ITC, Cesare Lazzari. Ed è il bullismo nell’era dei social.
Già venerdi scorso, Lucca era stata teatro di un altro episodio di bullismo. La scuola in questione è l’istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di San Concordio. Un gruppo di 5 ragazzini prendono di mira un compagno, lo bullizzano, gli rompono gli occhiali da vista. Uno studente protesta, non sa rassegnarsi. Interviene. Si frappone. I 5 compagni, ovviamente, cambiano bersaglio. Prevedibilissimi. Lo circondano e lo picchiano. Frattura al braccio. Magari qualche trauma psicologico. Ѐ presto per fare bilanci. Ad ogni modo, il ragazzino non è ancora tornato sui banchi di scuola. “La scuola è sempre più un terreno di scontro”, sentenzia la dirigente del territorio scolastico delle province di Lucca, Massa e Carrara, Donatella Buonriposi. E per qualche motivo, questo non ci conforta.
Sono gli ennesimi casi, dunque, di una piaga sociale che sembra impossibile da arginare. Disagio, mancanza di confronto, eccesso di un certo tipo di confronto. Difficile determinare tutte le possibili cause. E, se è vero che dobbiamo rassegnarci alla viralità di questi video, speriamo che diffondano almeno sentimenti di dissenso. Autentico dissenso. Come come quello che, venerdì scorso, ha spinto lo studente del ‘Da Vinci’ a prendere le difese del compagno.