Giornata intensa per la politica italiana, iniziata alle 11 quando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato ha affidato al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il compito di esploratore esecutivo e conclusasi, in serata, con le consultazioni.
Elisabetta Casellati, dopo l’incontro con Mattarella al Quirinale, si è diretta a Montecitorio dove si è intrattenuta in un colloquio durato circa mezz’ora con il presidente della Camera, Roberto Fico, poi, ha convocato per le 16,30 Luigi Di Maio per dare il via alle consultazioni. Seguirà la Lega, FI e FdI.
Giorgia Meloni chiude la prima ondata di Consultazioni di palazzo Madama, guidate dalla Casellati. Esce dalla sala, concluso il colloquio con la presidente del Senato, e ringrazia i giornalisti di essersi attardati fino a quest’ora. “Numerosi sono i passi avanti fatti da Fratelli d’Italia”, esordisce la Meloni. Si riferisce, chiaramente, all’iniziale chiusura del suo partito a chiunque non facesse parte della coalizione di centrodestra. “Ci pare che altri, invece, non abbiano fatto nessun passo avanti”, prosegue. E il riferimento è abbastanza chiaro. Come Berlusconi, e come Salvini, la Meloni contesta i veti pentastellati. “Registro una rigidità e un’incapacità di dialogare da parte del M5S”, dichiara subito dopo.
Secondo la leader di FdI, il governo al centrodestra è l’unico modo per rispettare la volontà popolare. “Siamo disposti al dialogo coi 5 stelle, ma il centrodestra non si dividerà”, ha annunciato. “Affidare il governo a uno solo dei partiti della coalizione significa tradire i nostri elettori”. Poi, è tornata sugli immancabili moniti al programma di FdI: taglio delle tasse, sicurezza dei cittadini, importanza delle forze dell’ordine, imprescindibilissimo controllo dei flussi migratori. Insomma, la Meloni – con tutti i riferimenti pratici – sembra aver voglia di andare al governo. Ma, prima di congedare i giornalisti, ripete: “Vogliamo un governo che non tradisca gli italiani”.
Si conclude il colloquio con la fedelissima Casellati e l’ex Cavaliere, scortato da altre due fedelissime, si dirige verso i microfoni. “Buonasera a tutti”, esordisce. I punti della sua dichiarazioni sono essenzialmente due: fiducia nel centrodestra unito e apertura (timida?) al M5S, nonostante i loro veti. Silvio Berlusconi vuole essere un attore di primo piano nella formazione dell’esecutivo. Per questo, uscito dalla sala della Casellati, si è espresso come l’unico possibile garante del centrodestra. Su questa linea, contesta la posizione di Di Maio che aveva definito ‘artificiale’ la coalizione di centrodestra. “Noi non siamo una coalizione artificiale”, dichiara sorridendo, più o meno solennemente.
Continua a percorrere lo stesso binario, quando sottolinea che non può definirsi irrealistico un gruppo coeso di partiti che ha sottoscritto lo stesso programma. “Punto per punto”, sottolinea. E sembra quasi evocare il gioco delle mani delle passate consultazioni al Colle, diventato virale sui social. Apre, quindi, ai 5 stelle, contro cui non avrebbe posto mai alcun veto. “Forza Italia e il presidente di Forza Italia non hanno mai posto veti a nessuno. Neppure ai 5 stelle”. Poi, però, precisa: “Spetta comunque a noi, come coalizione vincente, indicare il candidato premier”. Vedremo come Salvini prenderà questa dichiarazione. Poi, Berlusconi guarda le due fedelissime alle sue spalle. “Non mi sembra che ci sia altro da aggiungere”, prosegue. E la Gelmini dà l’assenso, alzando le braccia. “Dovevo andare in Molise domani”, aggiunge poi l’ex Cavaliere. “Resterò qui, invece”. Annuncia, infine. La Casellati, infatti, gli avrebbe preannunciato un secondo giro di consultazioni previsto per domani. Poi, ringrazia tutti e si avvia verso l’uscita.
Inizia il colloquio tra la delegazione di FI e la presidente del Senato.
Si è concluso dopo più di un’ora il lunghissimo colloquio che ha impegnato la presidente del Senato insieme ai capigruppo della Lega. Giorgetti procede davanti, dietro di lui Centinaio. “Salvini non è presente, semplicemente perché si trova a Palermo”, riferisce il capogruppo del Carroccio al Senato. Poi, taglia corto, e vira immediatamente sulla formazione dell’esecutivo. “Siamo pronti”, ribadisce e prosegue: “Anzi prontissimi a partecipare ad un governo indicato dai cittadini italiani”. Secondo Giorgetti, Mattarella – affidando l’incarico mirato alla Casellati – non ha avuto dubbi sulla direzione da intraprendere per il prossimo governo. Infine, precisa: “Salvini non ha messo condizioni imprescindibili sulla sua presidenza”. Il riferimento è palese, ma qualora non fosse abbastanza chiaro, Giorgetti si appella direttamente ai 5 stelle. “Se i veti del M5S cadessero nelle prossime ore, saremmo pronti a governare anche subito”. E, così, si rivolge direttamente a Di Maio: “Chiediamo che Di Maio faccia come Salvini”.
“Ho un aereo per Catania, alle consultazioni andranno i capigruppo”, aveva precentemente reso noto Salvini, dopo aver effettuato un passaggio di saluto al convegno di FI sulla direttiva Bolkenstein sugli ambulanti. Infatti, la Casellati incontra la delegazione della Lega senza il suo leader. Tuttora, i capigruppi di Camera e Senato del Carroccio – Centinaio e Giorgetti sono a colloquio con la presidente.
“Il centrodestra per noi è un artifizio elettorale“, ha detto il leader M5s Luigi Di Maio, al termine dell’incontro con la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. “Ancora una volta abbiamo ribadito in questa sede che M5s è pronto a sottoscrivere un contratto di governo solo con la lega non con tutto il centrodestra“.
Elisabetta Casellati ha lasciato il Quirinale. “Ho ricevuto dal presidente della Repubblica – ha detto – il mandato esplorativo nei termini già espressi nel comunicato. Ho ringraziato per la fiducia accordatami il presidente Mattarella, che terrò costantemente aggiornato. Intendo svolgere questo incarico con lo stesso spirito di servizio che ha animato in queste settimane il ruolo di presidente del Senato”. “Sarete informati – ha concluso – del calendario degli incontri, che avverranno in tempi molto rapidi”.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato a Maria Elisabetta Alberti Casellati il compito di “verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di centrodestra il m5s e di una indicazione condivisa per il conferimento dell’incarico di presidente del Consiglio, per costituire il Governo. Il presidente della Repubblica ha chiesto al presidente del Senato di riferire entro la giornata di venerdì. La presidente Casellati renderà a breve una dichiarazione – ha detto il Segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, al termine del colloquio”.
Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, dichiara la sua piena fiducia nel capo dello Stato. “Mattarella – ha dichiarato a Campobasso, dove è intervenuto nella campagna elettorale – prenderà le sue decisioni, vedremo. Quello che voglio dire è che abbiamo piena fiducia in lui come garante della Costituzione, qualsiasi decisione prenderà”. Non è d’accordo, invece, all’ipotesi di un premier che non abbia ottenuto un certo consenso alle elezioni. “Diciamo no a un premier che ha preso zero voti – ha commentato Di Maio”.
Di contro, Matteo Salvini sembra aperto all’ipotesi di un premier “terzo”. “Perché no – scherza il leader della Lega -. A condizione che l’esploratore sia in gamba e pronto a sottoscrivere un programma che condivido”. Ai microfoni di Telemolise ha poi auspicato che l’esploratore scelto possa davvero portare ad un soluzione per uscire dallo stallo, in modo da dirigersi “verso la fine delle polemiche e l’inizio di un lavoro vero. Governo – ha continuato il capo del Carroccio – vuol dire avere ministri che si occupino di sanità, di scuola, di giustizia, di agricoltura e di disabili, e un Parlamento pienamente operativo. Quindi, confido nel presidente della Repubblica“. E in merito alla questione della Siria, ha così risposto ai cronisti che lo aspettavano in Senato: “Casellati? Mi sembra che possa fare un buon lavoro”.
A contendersi la vittoria finale, però, sono i soliti tre giocatori: la Lega, sostenuta dal centrodestra, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Salvini, temendo che Di Maio possa chiudere definitivamente le porte ad una Lega sempre più vicina a Forza Italia e a tutta la coalizione del centrodestra, ancora una volta ha ribadito la sua apertura verso i pentastellati: “Faccio un appello a Di Maio – ha detto martedì sera su La7 – lascia perdere ‘io, io, io’ torna sulla terra, ci vediamo e ragioniamo”.
Il Movimento 5 Stelle sembra guardare con interesse verso il Partito Democratico. Il segretario reggente, Maurizio Martina, ha così ribadito i tre punti fondamentali del programma dei dem, già esposti al Quirinale al primo giro di consultazioni. I tre punti sono: la lotta alla povertà, allargando in reddito di inclusione; misure a sostegno delle famiglie, con un assegno universale per famiglie con figlie e lavoro, con l’introduzione di una salario minimo legale e il contrasto al dumping salariale. Martina ha poi sottolineato che queste tre proposte “sono state subito strumentalizzate” perché quella dei dem “è la nostra alternativa all’orto di Salvini e al forno di Di Maio”, ha detto.
Giulia Grillo e Danilo Toninelli, capigruppo alla Camera e al Senato per i 5 Stelle, sembrano ben disposti nei confronti del Pd: “La proposta avanzata da Maurizio Martina rappresenta un’iniziativa utile”. Così hanno sottolineato in una nota, aggiungendo: “Abbiamo sempre detto che ciò che vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini”.