Il vino è uno dei pezzi pregiati del cosiddetto ‘made in Italy’. Fiore all’occhiello dell’evento Vinitaly, il vino nostrano è stato soggetto alla contraffazione. A denunciare il fenomeno è la Coldiretti di Verona, che rinviene nell’aggiunzione di zucchero e acqua nel vino alcuni dei trucchi prediletti dai contraffattori, abili nell’imitare prodotti di marca.
Trucchi severamente vietati in Italia, che sarebbero puniti come reato di frode ma negli altri paesi sono invece permessi, con “evidente contraddizione favorita – spiega la Coldiretti – dall’estensione della produzione a territori non sempre vocati e senza una radicata cultura enologica”. Lo zuccheraggio del vino è un fenomeno molto diffuso nell’Unione Europea, ad eccezione di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e alcune aree della Francia, che rappresentano però circa l’80% della produzione comunitaria
Miscelare vini da tavola bianchi e rossi per produrre un ‘finto rosè’ è una tendenza molto diffusa in Nuova Zelanda, Australia e soprattutto negli Stati Uniti, dove è “addirittura consentita l’aggiunta di acqua al mosto per diminuire la percentuale di zuccheri”. Pratica non ammessa in Italia.
Pertanto l’Unione Europea, secondo la Coldiretti, ha dato il via libera al vino senza uva, con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva, come lamponi e ribes molto diffusi nei paesi dell’Est.
La contraffazione estende il proprio dominio alla commercializzazione molto diffusa, dal Canada agli Stati Uniti sino ad alcuni Stati europei, di veri e propri ‘kit fai da te‘ finalizzati a ottenere in casa il meglio della produzione enologica ‘made in Italy’. Grazie all’uso di polveri ‘miracolose’, è possibile ottenere prodotti pregiati come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.
Fenomeno denunciato dal Consorzio di tutela Vino Chianti, che ha sottolineato come la contraffazione si diffonda nel mondo del web. Infatti in sei mesi è stata accertata la presenza e la vendita di 39 ‘kit vino’ che millantano la possibilità di preparare il Chianti fai da te.
La contraffazione e i meccanismi di imitazione comportano, secondo la Coldiretti, perdite importanti, pari a oltre un miliardo di euro alle produzioni Made in Italy.