Agli ispettori per la proibizione delle armi chimiche non è permesso entrare a Douma, in Siria. La denuncia all’Opac è arrivata dalla delegazione britannica. Sembrerebbe che la Russia non consenta l’indagine sul presunto attacco chimico dei giorni scorsi. Intanto dall’Unione europea arrivano nuove possibili sanzioni.
Per Mosca si tratta soltanto di un ritardo tecnico. Il vice ministro degli Esteri russo, citato dalla Tass, ha detto che il ritardo “è dovuto agli effetti dell’attacco condotto dagli Usa e dai loro alleati”. Londra, però, non è d’accordo e continua il gioco di accuse reciproche di fronte alla responsabilità negli attacchi chimici in Siria.
Intanto dall’Unione europea arrivano nuove possibili sanzioni. “Nel 2017 e nel 2018 – si legge nelle conclusioni della discussione sulla Siria del consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue -, l’Ue ha imposto ulteriori misure restrittive ai funzionari e scienziati siriani per il loro ruolo nello sviluppo e nell’uso di armi chimiche ed è pronta a prendere in considerazione l’ipotesi di ulteriori misure in futuro”. E si riserva la possibilità di procedere con ulteriori misure restrittive nei confronti della Siria, finché sarà in atto la repressione.
Accusare la Russia di impedire l’accesso a Douma agli inviati dell’Opac è “senza fondamento”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. “Fin dall’inizio, la Russia si è categoricamente opposta alle accuse frettolose e irragionevoli e ai giudizi su chi potrebbe sostenere questo attacco chimico da parte delle forze del regime siriano, sostenendo un’indagine imparziale”, ha aggiunto.