Si preannuncia un “superponte” tra aprile e maggio, per le scuole italiane. Gli studenti sorridono, ma i docenti protestano. A mettere a rischio le lezioni, per il 2 e il 3 maggio, è, infatti, un nuovo sciopero generale del comparto scuola già proclamato e ratificato dal dipartimento della Funzione Pubblica. E gli obiettivi sono piuttosto chiari: riaprire le graduatorie e aumentare gli stipendi.
La discussa questione delle ‘Gradutorie ad esaurimento’: lo sciopero indetto dal SAESE
Si tratta del terzo sciopero in 4 mesi. Il primo, quello dell’8 gennaio, era stato indetto a ridosso della sentenza in adunanza plenaria del Consiglio di Stato che precludeva ai diplomati magistrali l’accesso alle graduatorie ad esaurimento (le cosiddette Gae). Il secondo, quello del 23 marzo, veniva proclamato nel giorno d’insediamento delle Camere. Già il giorno successivo all’ultimo sciopero, il Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia (SAESE) aveva indetto una nuova giornata di protesta. “Chiediamo la permanenza nelle GaE, in base al punteggio acquisito, dei maestri diplomati e la riapertura delle graduatorie per tutti i docenti in possesso di abilitazione”, si può leggere in una nota del SAESE.
La battaglia di ANIEF e Marcello Pacifico: “Basta fare i missionari”
Alla protesta ha, poi, aderito il sindacato ANIEF che, sul piatto dello sciopero, ha tirato in ballo molto altro rispetto alla questione-Gae. “Tra il personale, la situazione di insofferenza ha raggiunto l’apice”, ha dichiarato Marcello Pacifico di ANIEF-Cisal. Secondo il sindacato, lo stipendio di docenti e personale ATA deve (finalmente) essere allineato all’aumento del costo della vita. “Chi è docente e Ata non può più fare il missionario”. Così parla Pacifico che, dai tempi della Buona Scuola, cavalca il più fervente sindacato dei docenti precari contro il Ministero dell’Istruzione. Autore e promotore di più di 50mila ricorsi, Marcello Pacifico sottolinea da anni: “Il ricorso è la leva della storia. E poi noi abbiamo sempre vinto”.
Il suo ANIEF, dunque, annuncia la prossima mossa. E si tratta di un ricorso. Anzi, di un maxi ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre. Secondo Pacifico, i giudici avrebbero abusato del potere giurisdizionale, violato la Costituzione e ignorato (persino) la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. E, se è vero che ha sempre vinto, i docenti si augurano che il re dei ricorsi possa trionfare anche in questa battaglia.