Ѐ la notte del 14 giugno 2017. Un bagliore terrificante minaccia i cieli di Kensigton e tiene tutta Londra col fiato sospeso. Ѐ il rogo della Grenfell Tower, una catastrofe che ucciderà quasi 90 inquilini del grattacielo.
I sospetti erano moltissimi. Ma, oggi, abbiamo la certezza che quella tragedia poteva essere evitata. A rivelarlo è il rapporto della BRE Global, allegato al fascicolo d’indagine della polizia, trapelato oggi sui media britannici. La bufera si abbatte, dunque, sulla società di gestione del grattacielo. E sui pannelli infiammabili che fece installare.
Restauro a basso costo: i pannelli ‘maledetti’ che hanno reso possibile la strage
Il consiglio amministrativo del borough di Kensington and Chelsea ha approvato i lavori di restauro su Grenfell, previsti tra il 2014 e il 2016. Durante i rifacimenti, vengono ordinati (rigorosamente a basso costo) i famigerati pannelli esterni. Installati sulla torre, come denuncia la BRE Global, in esplicita violazione di specifiche norme di sicurezza. Scadenti e instabili gli infissi delle finestre, chiusura difettosa delle porte anti-incendio e scarsa qualità dei materiali usati per il restauro. Tutte mancanze di poco conto, insomma. Ad ogni modo, i lavori terminano nel 2016. Meno di un anno dopo, un elettrodomestico malfunzionante fa divampare le fiamme in un appartamento. In un unico singolo appartamento. Ma i pannelli infiammabili veicolano il rogo e, in pochi istanti, la torre di Kensigton viene avvolta in un inferno di cristallo che condanna a morte decine e decine di inquilini.
Una tragedia incomprensibile
La rivelazione di oggi si aggiunge alle circostanze che hanno reso possibile la follia di Grennfell Tower. Una strage che, per troppi aspetti e ancora oggi, appare incomprensibile. Come la morte di Gloria Trevisan e del fidanzato Marco, che sognavano Londra dai tempi della laurea in architettura. Non arsi vivi, ma uccisi dal monossido di carbonio. Morti asfissiati, perché i vigili del fuoco ordinarono ai residenti di restare chiusi in casa in attesa dei soccorsi. Una strage incomprensibile. Come il miracoloso salto del bambino lanciato dal nono piano dalla madre nel disperato tentativo di salvarlo. Un bambino che, oggi, è vivo grazie alla prontezza di un ragazzo, corso a prenderlo dalla folla che osservava, inerme, la tragedia di Grenfell Tower.
“Se capiterà qualcosa sappiate che vi voglio bene e ho voglia di vedervi”. Sono le ultime parole di Gloria Trevisan, registrate in un vocale di whatsapp rivolto al gruppo degli amici più cari, consegnate alla storia la notte del 14 giugno. E quella notte qualcosa è capitato. Qualcosa che poteva essere evitato. Così, oggi, Grenfell Tower sarebbe ancora la casa di Gloria e Marco e non la maledetta torre che ha distrutto i loro sogni.