Cambridge Analytica si difende dalle accuse relative allo scandalo della privacy su Facebook e lo fa con un documento in 10 punti, reso noto il 9 aprile. “Non abbiamo hackerato Facebook né infranto le leggi – scrive -, e non abbiamo influenzato il referendum sulla Brexit”. Spiega poi che i dati degli utenti del social network sono stati raccolti in maniera legale.
Il documento di difesa stilato da Cambridge Analytica precisa che i dati degli utenti Facebook sono stati ricevuti in licenza dalla società di ricerca GSR (General Science Research), “che li ha ottenuti legalmente tramite uno strumento fornito da Facebook”. Strumento, peraltro, utilizzato anche da altre aziende. “Centinaia di aziende hanno utilizzato i dati di Facebook in modo simile – affermano dalla società di consulenza -. Per essere chiari, Cambridge Analytica non ha raccolto o condiviso illegalmente o in modo inappropriato dati con nessun altro e non ha infranto i regolamenti Fec”.
Cambridge Analytica prende poi le distanze dalle accuse di aver influenzato le elezioni presidenziali degli Stati Uniti con i dati forniti da GSR. “Le affermazioni – scrive – secondo cui tali dati siano stati utilizzati per la campagna di Donald Trump sono semplicemente false. Abbiamo fornito sondaggi, analisi di dati e marketing digitale”.