Traffico illecito di farmaci sgominato dai carabinieri del Nas di Milano. 13 le persone arrestate nell’ambito del procedimento penale coordinato dalla Procura di Milano con l’aggiunto Laura Pedio. L’operazione fruttava 19,5 milioni di euro all’anno.
Al centro del giro d’affari, la farmacia Caiazzo, già nota “anche per altre indagini da parte della Direzione distrettuale antimafia di Milano”, così come dichiarato dal pm Davide Monti nel corso di un incontro stampa. Tra gli arrestati spiccano Giampaolo Giammassimo, titolare della farmacia nonché nipote di Giuseppe Calabrò, e il figlio Sebastiano Calabrò, direttore tecnico della struttura. Misure cautelari detentive prese anche nei confronti dei direttori amministrativo e commerciale, 0ltre ai dipendenti che lavoravano all’interno della farmacia. Anche un maresciallo dei carabinieri è finito in manette, com’è stato confermato dal maggiore Salvatore Pignatelli: “Una persona che aveva fornito delle consulenze per la normativa di riferimento”.
Le persone coinvolte “acquistavano farmaci ospedalieri a prezzo ex factory, fingendo che fossero destinati a strutture sanitarie private risultate del tutto ignare, e li rivendevano all’estero a prezzo maggiorato – spiega Pignatelli con un differenziale di circa il 35%. Oppure ancora prendevano farmaci anche di fascia un po’ inferiore, li rivendevano a personaggi del tutto estranei al mondo farmaceutico, per esempio in un paio di casi un ristoratore o una persona impiegata in banca, che si occupavano tramite container e corrieri della spedizione in Paesi esteri”. “C’era tutta una fatturazione falsa e, in questa modalità, il margine di guadagno avveniva sul credito Iva, perché queste persone simulavano operazioni estere, esenti da Iva, e alla fine ci guadagnavano anche 1,8 mln di euro in alcuni anni”, ha aggiunto ancora una volta il Maggiore.
Traffico illecito smascherato nell’ambito dell’indagine ‘Contramal‘, derivante dal nome dell’antidolorifico oppiode che registrava delle anomalie.
Tra i Paesi di destinazione rientrano Egitto, Iran e Iraq. “Nord Africa, ma anche Cina e Paesi Europei come Germania, Gb e Spagna”, spiega Pignatelli. Indagando sul percorso del Contramal, invece, “ci siamo accorti che era solo uno dei farmaci e il problema era piuttosto il meccanismo fraudolento messo a punto per la vendita di medicinali appetibili”.
Oltre al Contramol, venivano venduti farmaci meno costosi (ad esempio antitumorali e antipsicotici), quelli che Pignatelli definisce “farmaci di uso quotidiano che, essendo con marchio italiano, proprio per i controlli che li garantiscono sono molto richiesti all’estero”.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’erario, truffa ad aziende farmaceutiche, oltre che di autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazioni di medicinali in modo pericoloso ed emissione di fatture false.
Inoltre, sono state eseguite undici perquisizioni locali nelle province di Milano, Monza Brianza, Roma, Napoli e Lucca. “Ci saranno anche altri sviluppi d’indagine”, osservano gli inquirenti. “Abbiamo documentato un anno e 4 mesi – sottolinea Pignatelli -. Le verifiche in corso ci porteranno a ricostruire anche eventuali anni precedenti”.