Mancano meno di 24 ore all’inizio delle consultazioni. E Di Maio ha fatto la prima mossa pubblica: un contratto di governo da sottoscrivere con la Lega o con il Pd. La condizione, dunque, è abbastanza chiara: Forza Italia (e Silvio Berlusconi) devono essere “fuori dai giochi”. Sarà questa la posizione che i pentastellati porteranno al Colle, dove Mattarella li riceverà per ultimi, in quanto forza politica più votata.
La proposta sarà spiegata nelle prossime ore, a partire dall’apparizione di Di Maio a Di Martedì, su La7. Ad ogni modo, il progetto dei grillini potrebbe non avere molto seguito. I Dem, infatti, hanno subito replicato picche. Ѐ Andrea Marcucci, capogruppo al Senato, ad esprimere tutta la contrarietà del Pd: “La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile”. Ovvia anche la reazione degli azzurri che hanno dimostrato ostilità al passo di Di Maio. FI affida la replica alla capogruppo Gelmini che mira direttamente al candidato premier: “Di Maio dimostra scarsissima cultura istituzionale”. La forzista, dichiarandosi indisponibile a qualsiasi accordo, ha aggiunto: “Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni da lui essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini”.
Anche Mara Carfagna, vicepresidente FI a Montecitorio, ha ribadito la compattezza della coalizione di centrodestra. “Forza Italia”, ha affermato, “è il cuore della coalizione”. Poi, ha affondato, quasi biblicamente, sul designato premier 5 stelle: “Non sarà Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito”. Sarebbe, quindi, irricevibile il veto del M5S su Forza Italia. Come irricevibile era stata l’opposizione grillina a Romani presidente del Senato. Eppure, nonostante il parere dei forzisti, l’ultima battaglia – quella contro l’incandidabile Paolo Romani – i 5 stelle l’hanno avuta vinta.