All’alba dei suoi 33 anni, John Isner centra il primo grande successo della sua altalenante carriera. Il gigante americano, nella finale del Masters 1000 di Miami, ha superato in rimonta Sascha Zverev, coronando così un torneo giocato a livelli altissimi, non solo al servizio ma anche nei colpi da fondo, prendendosi scalpi importanti come quelli di Cilic, del Potro e, nell’atto conclusivo del torneo, del giovane tedesco.
Una partita dall’andamento bizzarro, che ha visto Isner avere cinque palle break già nel primo set, senza riuscire a concretizzarle, salvo poi cedere in un tiebreak caratterizzato dagli errori da entrambe le parti, vinto da Zverev più di malizia che di talento. Da quel momento in poi, però, il nativo del North Carolina non si è disunito, traendone invece maggiore carica per giocare i punti decisivi del secondo parziale, piazzando il break nel nono game e tenendo il servizio nel decimo, il più bello dell’intera partita.
La terza partita, poi, vedeva l’inerzia decisamente dalla parte di Long John, che ha fallito altre palle break prima di trovare il guizzo decisivo sul 4-4, andando a servire per il match e chiudendo a zero il game che gli è valso il primo 1000 della sua carriera e il ritorno al numero 9 della classifica ATP, eguagliando il suo best ranking del 2012, quando aveva centrato la finale a Indian Wells. Non male, considerando che prima di Miami Isner aveva vinto una sola partita in questo anno solare.