Il caffè può essere cancerogeno e le società americane che lo vendono hanno il dovere di avvertire i consumatori. Questo è quanto è stato stabilito da una sentenza in California. Un’associazione no profit ha infatti intentato una causa contro alcune aziende che commercializzano caffè, accusandole di non avvertire i consumatori,tramite delle apposite etichette, della presenza in esso di sostanze cancerogene.
La sostanza incriminata è l’acrilammide che si manifesta in seguito alla tostatura del caffè ad alte temperature. Le aziende produttrici si sono difese sostenendo che l’acrilammide non è dannosa per i consumatori e che eliminandola si perderebbe l’aroma tipico del caffè. L’Oms ha tra l’altro smentito il legame tra caffè e cancro alla vescica, individuando al contrario un’azione benefica nella protezione da carcinoma a fegato e utero.
I consumatori europei possono stare tranquilli. A novembre 2017 infatti l’Ue ha approvato un regolamento che obbliga le aziende agroalimentari ad abbassare i livelli di acrilammide in prodotti da forno, patate, cereali e caffè. Il regolamento entrato in vigore l’ l’11 dicembre 2017, si applicherà a partire dall’11 aprile 2018