La questione era emersa già un paio di anni fa, quando Jamie Vardy fu pizzicato dai fotografi con una confezione in mano, ma adesso la situazione sembra essere pronta a esplodere. Un numero sempre maggiore di giocatori in Premier League, secondo un’inchiesta condotta da Sportsmail, fa uso di snus, un tabacco essiccato da assumere per via orale che, pur non rientrando tra le sostanze dopanti, ha effetti stimolanti. La sostanza è vietata in Inghilterra e in Europa, con l’eccezione della Svezia, dove fu oggetto di campagna elettorale al momento dell’ingresso nell’UE, in quanto prodotto tipico del paese scandinavo.
Lo snus, una volta assunto, man mano che la nicotina scende verso la gola, provoca un leggero raschiamento, molto simile a quello che si prova fumando, una sensazione appagante per chi ne fa uso per evitare le sigarette, di norma proibite dai regolamenti interni dei vari club (anche se, da Wilshere a Szczesny, non sono mancati i casi in Premier). Con riferimento alle prestazioni, invece, i valori non sono portati sopra le soglie proibite dalle normative antidoping, ma lo snus è comunque in grado di stimolare le prestazioni, con effetti immediati, tanto che si è diffuso anche l’utilizzo durante le partite, come testimonia la confezione ritrovata su una panchina del King Power Stadium di Leicester dopo una delle ultime gare di campionato.
La prassi, secondo l’indagine, è quella che vede i giocatori farsi recapitare direttamente dai rivenditori svedesi le confezioni di questa sostanza, acquistabile a prezzi decisamente accessibili, specialmente per dei professionisti come Vardy, Aubameyang o Lascelles, calciatori che seguono sui social account delle principali compagnie produttrici, un aggancio piuttosto agevole (e sotto gli occhi di tutti) per ordinare e farsi spedire in Inghilterra lo snus.
Il manager di un club inglese avrebbe dichiarato: “Trovo pazzesca la diffusione anche tra i calciatori più giovani, le riserve ne fanno uso in panchina. È disgustoso e preoccupante”. E le società, intanto, iniziano a prendere i primi provvedimenti, prevedendo ad esempio multe da diecimila sterline per i tesserati che ne vengano trovati in possesso.