Roma concorda con Westminster sul caso-Skripal, ma l’espulsione dei diplomatici non piace all’ambasciata di Russia. La guerra delle spie è, ormai, arrivata in Italia. E l’Italia ha una posizione scomoda e imbarazzante. Decenni di amicizia col Cremlino potrebbero essere messi in dubbio. La solidarietà espressa da Gentiloni alla May, ha, infatti, trovato il rammarico dell’ambasciata di Russia a Roma: “Questo gesto di inimicizia di Roma è in netto contrasto con la plurisecolare tradizione di buone e stabili relazioni russo-italiane”, si legge in una nota divulgata questo pomeriggio dalla sede diplomatica.
Non è bastato che Gentiloni frenasse la May dai tentativi di inasprire le sanzioni commerciali nei confronti di Putin. Non è bastato che Gentiloni si dicesse contrario, quando persino Angela Merkel aveva fatto – insolitamente – fronte comune con la leader britannica. L’ambasciata russa esprime tutta la sua contrarietà a quello che definisce “un gesto eclatante”. Anche se i diplomatici espulsi dall’Italia sono ‘solo’ 2, questo potrebbe complicare la cooperazione bilaterale tra Roma e Mosca. Così sembra paventare la nota dei diplomatici che rievoca, con nostalgia, i tempi in cui l’Italia si distingueva dalle politiche UE contro la Russia.
E la nostalgia della nota si perde persino nel ricordo della guerra fredda: “Vorremmo ricordare che anche nel periodo della contrapposizione ideologica della guerra fredda tra Occidente e Unione Sovietica, l’Italia si è fatta guidare prima di tutto da una propria visione dell’opportunità politica e non da pareri imposti dall’esterno”. Insomma, il gesto del governo italiano non è stato interpretato in ottemperanza alla decisione del Consiglio Europeo, ma quasi come un asservimento all’ideologia NATO. I diplomatici russi non perdono, ad ogni modo, l’occasione per rimarcare che si tratta della decisione di un “governo dimissionario”. Sottolineano, infatti, che le nuove elezioni daranno al paese un nuovo Consiglio dei Ministri. “Auspichiamo che il nuovo governo persegua una politica di sostegno al dialogo con la Russia”, conclude la nota. E tutto fa supporre che, qualunque sia il suo esatto colore politico, “il nuovo governo” sarà decisamente più Russia-friendly del precedente.
Mosca ha intanto annunciato l’espulsione di 60 diplomatici Usa in risposta alla decisione americana di espellere un uguale numero di diplomatici. Lo riferisce il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov: “In questi minuti l’ambasciatore Usa John Huntsman è stato invitato al nostro ministero, dove il mio vice Serghiei Riabkov gli sta esponendo il contenuto delle misure di risposta nei riguardi degli Usa. Esse includono l’espulsione dei diplomatici e la decisione di revocare l’assenso per il funzionamento del consolato generale Usa di S.Pietroburgo”.