Protesta dei sindacati contro le aperture pasquali: CGIL, Cisl e Uil difendono il “valore sociale” delle festività. Si riapre, dunque, il dibattito, come ogni vigilia di festa. Anche per quest’anno, Filcams, Fisascat e Uiltucs proclamano uno sciopero per domenica 1 aprile e lunedì 2, con la speranza che gli italiani vogliano trascorrere Pasqua e Pasquetta fuori dai grandi centri commerciali.
Gli scioperi in Toscana, Lazio ed Emilia Romagna
Finora, la protesta interessa soltanto Emilia, Toscana e Lazio. Sono già pronti i volantini, preparati dalle sigle sindacali. “La festa non si vende. Il commercio non è un servizio essenziale”, si può leggere sui fogli di carta che annunciano lo sciopero e sensibilizzano i consumatori su un tema troppo spesso sottovalutato. Sui voltantini, una foto di colorate uova pasquali, su cui si legge: “Vi romperemo le uova nel paniere”. In Emilia Romagna, la protesta dovrebbe riguardare solo i centri commerciali. In Lazio, invece, è coinvolto tutto il commercio, dai supermercati ai negozi di abbigliamento. Filcams, Fisascat e Uiltucs Toscana ribadiscono: “Le aperture indiscriminate non hanno portato vantaggi, è aumentata solo la precarietà”.
Il legislatore: “Libertà al dipendente”
Sperano, in tal modo, di riaprire la discussione anche in Parlamento. Del resto, sentenze recenti hanno sottolineato la “scelta libera e autonoma” del dipendente a cui il titolare non potrebbe imporre di lavorare nel giorno festivo. Pertanto, sarebbe illegittima qualunque sanzione – e punizione – di fronte ad un eventuale rifiuto del dipendente. Su questa scia, Coop annuncia la chiusura nel giorno di Pasqua, come Esselunga. Scelta differente per Conad che resterà aperto sia l’1 che il 2 aprile.