Sfuma la (presunta) concordia tra Salvini e Di Maio: botta e risposta dei due leader sul numero dei parlamentari che mancherebbero alla maggioranza. Rivolgendosi ai cronisti, il leader della Lega cita gli sms con il suo principale rivale e affonda: “Di Maio va in Parlamento a trovare i numeri?” Il tono di Salvini tradisce il suo scetticismo: a suo dire, sarebbe impossibile – per i 5stelle – convincere i 90 parlamentari necessari. Rassicura, prontamente, anche sull’incontro con Di Maio che dovrebbe avvenire prima delle consultazioni. Il designato premier 5stelle affida a Twitter la sua replica e cinguetta: “Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi?” Da parte Dem, interviene Orfini che si scusa di interrompere “l’affettuoso corteggiamento” Di Maio-Salvini e aggiunge, determinato: “Coi voti del PD non farete alcun governo”.
Torna, invece, la pace in casa centrodestra. Così, almeno, sembrerebbe. Eppure, i leader avrebbero deciso di optare per due delegazioni direzione-Quirinale invece che una soltanto. È lo stesso Matteo Salvini a confermarlo: “Io al Colle vado da solo, così ha scelto il centrodestra”. E non sembra troppo entusiasta, il leader leghista, di andare alle consultazioni con due delegazioni distinte.
Roberto Calderoli e Ignazio La Russa: sono questi i nomi che escono dal lotto del centrodestra per la vicepresidenza del Senato. Le candidature sono state indicate, questa mattina, durante una riunione a Palazzo Grazioli, cui ha preso parte anche il leader del Carroccio, Salvini.
Ad annunciare le candidature del centrodestra, è stata la neoproclamata capogruppo di FI alla Camera, Maria Stella Gelmini. Alla riunione, oltre a Gelmini e Salvini e ai due nomi proposti, hanno partecipato anche la Bernini – giunta a un soffio dal ricoprire la seconda carica dalla Stato – e Gian Marco Centinaio. Per il questore, inoltre, il centrodestra punta su Antonio De Poli.
Tuttavia, questa raggiunta concordia potrebbe non essere assoluta, tra i leader del centrodestra. Berlusconi, infatti, sabato mattina, avrebbe evocato lo spettro di un partito unico. Si riferiva – è probabile – a quell’anima di FI che vorrebbe una Forza-Lega-Italia a trainare le sorti del nostro paese per la durata della prossima legislatura. “Allora Matteo, lo facciamo questo partito unico del centrodestra?” Così l’ex Cavaliere avrebbe accolto Salvini e Meloni a palazzo Grazioli, al vertice di sabato sulle presidenze di Camera e Senato. Giorgia Meloni avrebbe manifestato tutto il suo disappunto: “Ma quale partito unico? Noi non ci stiamo”.