Atti di antisemitismo presso la scuola berlinese Paul Simmel, in una vicenda che sta scuotendo l’opinione pubblica tedesca: una bambina della seconda classe elementare sarebbe stata derisa, offesa e picchiata dai suoi compagni di classe in quanto figlia di genitori ebrei (non praticanti).
Gli interventi per arginare
Il quotidiano Der Tagesspiegel riporta ancora, in merito alla vicenda, che sul gruppo WhatsApp della classe è stato condiviso un video dell’Isis che mostra la decapitazione di un “miscredente”. Il preside, che ha denunciato sia l’aggressione ai danni della bimba che tutto il resto, è intento ad attivare uno strumento di sicurezza privato per ogni classe, onde evitare il ripetersi di questi gravi eventi.
La Germania si ripete
Secondo il quotidiano torinese La Stampa, che ha analizzato le statistiche del ministero degli Interni, i casi di denuncia per offese e violenze antisemita sono in aumento nel Paese tedesco: 1.200 nel 2015, 1.400 nel 2016 e oltre 1.500 lo scorso anno. Sono dati sconfortanti.
“Quello che è successo nella scuola berlinese non è purtroppo un caso isolato. Offese, minacce e anche attacchi fisici sono all’ordine del giorno sia nelle scuole elementari, sia negli asili”, ha detto Marina Chernivsky, portavoce giovanile della comunità ebraica tedesca.
Altre denunce, sempre in ambito scolastico, sono state sporte da una insegnante che per motivi di privacy ha preferito rimanere nell’anonimato: “I bambini sono sempre più spesso soggetti al fanatismo religioso dei loro genitori, fratelli maggiori o parenti più stretti. Non sanno ancora leggere e scrivere, ma già dividono il loro piccolo mondo in due categorie: credenti e miscredenti, musulmani e non-musulmani“. Parole chiarissime e forti queste pronunciate dall’anonima insegnante, che pratica la sua professione in un istituto elementare di Berlino, all’interno del quartiere Neukölln, luogo noto per la presenza massiccia di famiglie d’immigrati.