“Infestazioni di topi, box sporchi e strutture fatiscenti, sovraffollamento di suini, cannibalismo, pratiche illegali come le mutilazioni, arricchimenti ambientali insufficienti”. E’ l’orrore raccontato da Roberto Bennati, vicepresidente della LAV, emerso da un’indagine in sei allevamenti presenti nelle province di Brescia, Mantova e Cremona, alcuni dei quali destinati alla produzione e distribuzione di Prosciutto di Parma e di prosciutti di altre DOP.
Le accuse della LAV agli allevamenti lager di suini
“Ci chiediamo come sia possibile tollerare, non solo per gli animali ma anche per i consumatori, queste condizioni di allevamento: sono questi gli standard di “eccellenze” che vengono finanziate dall’Unione Europea?”, dichiara Bennati. I casi individuati sono soltanto alcuni dei segnali della mancata applicazione della legislazione vigente che tutela il benessere dei suini.
E continua: “Chiediamo al Ministro della Salute e ai Responsabili dei servizi veterinari delle Regioni, se anche questa volta sentiremo dire che si tratta di casi isolati e che il sistema dei controlli (a campione) funziona: quali controlli sono stati svolti su queste strutture e quali provvedimenti saranno presi? In quali supermercati e su quali tavole finirà la carne e il prosciutto di suini allevati in queste condizioni?”.
La risposta dal Consorzio Prosciutto di Parma
Dal Consorzio Prosciutto di Parma è giunta immediatamente la risposta. “Da alcuni anni è in atto una campagna denigratoria e diffamatoria contro il Prosciutto di Parma posta in essere da alcune associazioni animaliste che sistematicamente e a intervalli regolari diffondono immagini scioccanti invitando il consumatore a non acquistare più il nostro prodotto. Lo scopo reale di tale campagna non sembra essere quello di tutelare gli animali, bensì attaccare il buon nome del Prosciutto di Parma”.
“Il Consorzio – si legge in una nota – ribadisce che nessuno dei suoi 145 produttori associati è mai stato denunciato o condannato per maltrattamento di animali e invitiamo caldamente gli autori delle riprese a rendere noti i nomi e a denunciare immediatamente gli allevamenti coinvolti nella loro indagine in modo da permettere alle autorità competenti di procedere con i dovuti accertamenti”.
Fonte foto e video: Lav.it