Spiragli di luce nella vicenda Alitalia. Cassa Depositi e Prestiti sarebbe disponibile ad entrare nella partita Alitalia, soltanto dopo che sarà terminato il processo di vendita. A confermare tale possibilità è Claudio Costamagna, presidente di Cdp, il quale ha dichiarato in conferenza stampa: “Se in Alitalia una delle due cordate avesse un piano industriale fattibile e soprattutto sostenibile valuteremmo se portarla nel nostro consiglio di amministrazione o meno”. “Noi siamo disponibili”, come nel caso di Ilva, “come partner finanziario e assolutamente di minoranza”, ha aggiunto.
Cdp, il dossier Telecom
Costamagna è intervenuto anche sul dossier Telecom. “Cdp – ha spiegato – ha avuto contatti con il fondo Elliott sul tema”. “È inutile dire di no, i contatti ci sono stati. Per ora nessuna decisione. Noi siamo convinti di Open Fiber”, ha concluso.
Cdp, positivi i numeri presentati dalla partecipata pubblica
L’utile consolidato è balzato a 4,5 miliardi di euro nel 2017 dagli 1,2 del 2016 con il margine di interesse di gruppo che si è attestato a 2,8 miliardi (+31% rispetto al 2016). Bilancio consolidato conclusosi con un totale dell’attivo in lieve crescita rispetto all’esercizio precedente e pari a 420 miliardi (+ 2,2%). Infatti le disponibilità liquide hanno raggiunto i 178,8 miliardi (+8,1% rispetto al 2016) mentre il patrimonio netto consolidato si è rafforzato, attestandosi a 35,9 miliardi (35,8 miliardi nel 2016), di cui 23,1 miliardi di gruppo (+0,4 miliardi rispetto al 2016).
Inoltre le risorse mobilitate e gestite dal gruppo, pubblicate in una nota, sono state pari a circa 33,7 miliardi, per un totale di investimenti complessivamente attivati pari a 58 miliardi, tramite finanziamenti, investimenti e garanzie. L’incremento delle risorse mobilitate è risultato in crescita di circa il 20% rispetto all’esercizio precedente e pienamente in linea con gli obiettivi di avanzamento previsti nel piano industriale 2016-2020. In più sono state destinate per 15,9 miliardi all’internazionalizzazione delle imprese italiane (+ 12% rispetto al 2016; 17,7 miliardi di investimenti attivati), per 11,2 miliardi alle imprese (+ 29% rispetto al 2016, 26,2 miliardi di investimenti attivati), per 6,3 miliardi agli enti pubblici e alle infrastrutture (+19% rispetto al 2016 – di cui soltanto il segmento infrastrutture +89%; investimenti attivati pari a 13,9 miliardi) e per 0,3 miliardi al settore immobiliare (+43% rispetto al 2016, 0,3 miliardi di investimenti attivati).
Per quanto riguarda la capogruppo, l’utile netto è risultato pari a circa 2,2 miliardi (+ 33% rispetto al 2016; + 147% rispetto al 2015). “Sulla dinamica dell’utile hanno inciso positivamente l’aumento del margine di interesse e il minor costo del rischio, sia sui crediti che sugli investimenti in equity”, si legge nella nota.
Sul versante del passivo, invece, la raccolta complessiva è risultata in aumento rispetto al 2016 e pari a 340,5 miliardi (+2,6%). Infatti la raccolta postale ha mostrato uno stock in crescita pari a 252,8 miliardi (+0,8% rispetto al 2016). “La raccolta obbligazionaria è notevolmente aumentata rispetto al 2016, raggiungendo i 17,5 miliardi (+51,6%). In lieve incremento anche le altre fonti di raccolta, pari a 70,3 miliardi (+ 1,1% rispetto al 2016)”, conclude la nota.