Lavoro, dedizione, risultati e gioco. Quattro parole, quattro ingredienti: quattro, come i mesi esatti che scoccano oggi dall’arrivo di Rino Gattuso sulla panchina della prima squadra del Milan, a seguito dell’esonero di Vincenzo Montella (27 novembre 2017). In quattro mesi Rino ha rivoltato il Milan come un calzino: successi, vittorie, sconfitte (quelle che bruciano contro l’Arsenal), una finale di Coppa Italia conquistata, un sogno Champions che da lontana chimera in poco tempo, grazie a Rino, è diventato per i rossoneri un obiettivo raggiungibile.
Un allenatore che deve crescere, certo, ma che lo farà col Milan, con un triennale che lo lega al club rossonero fino al 2021 percependo 2 milioni di euro a stagione. L’obiettivo è chiaro: riportare il Milan in alto, ai vertici del calcio europeo e mondiale, proprio come Rino Gattuso ebbe modo di provare da giocatore nel 2007. Ma quella era un’altra storia, un capitolo vecchio vissuto da calciatore, ma che Gattuso vuole ripetere da allenatore del diavolo.
Stakanovista instancabile, da sempre gladiatore e leader dello spogliatoio, Rino si è conquistato anche da allenatore la fiducia dell’ambiente (in particolare della dirigenza rossonera composta da Mirabelli e Fassone). Giovedì è in programma, dunque, la firma del nuovo contratto: una firma nero su bianco, proprio come i prossimi avversari rossoneri in campionato, una sfida dal sapore unico e dall’enorme importanza quella che attende gli uomini di Gattuso contro i bianconeri della Juventus.
Poi la Pasqua. Poi l’Inter, il derby di Milano: chissà se questa Pasqua (etimologicamente “passare oltre”) permetterà al Milan il salto di qualità tanto sperato da club, tifosi e soprattutto Rino Gattuso, che è consapevole di giocarsi le sue carte per la lotta Champions in queste due prossime sfide.