Si è chiuso ieri l’esilio (auto-disposto) dell’ex premier catalano Puigdemont: a incastrarlo sarebbero stati gli 007 spagnoli con una microspia, decisiva al momento dell’arresto. Una trama da film di spionaggio avrebbe, dunque, portato al fermo del leader indipendentista, avvenuto domenica in Germania. A rivelarlo sono gli stessi Servizi Segreti di Madrid all’agenzia EFE. Un chip geo-rivelatore era stato collocato nell’auto usata da Puigdemont per rientrare dalla Finlandia in Belgio. Ciò ha potuto svelare – alla polizia tedesca – la posizione del leader che era stato pedinato dagli agenti segreti spagnoli fino a Helsinki e ritorno.
Stava attraversando il confine tra Germania e Danimarca, Carles Puigdemont, quando è stato bloccato dall’azione della polizia tedesca. Rischia 30 anni di carcere: è accusato di ribellione ed è stato, quasi immediatamente, condotto alla prigione tedesca di Neumunster. Secondo alcune fonti giudiziarie, il leader di Barcellona starebbe valutando una richiesta d’asilo nei confronti di Berlino che si ritrova ad avere a che fare col primo prigioniero politico nella storia della Repubblica Federale.
Festeggia la numero due del governo di Madrid, Soraya Saenz de Santamaria. “L’arresto di Puigdemont è una buona notizia”, ha affermato la vice-premier che ha proseguito: “Nessuno può prendersi gioco indefinitamente della giustizia spagnola”. Il governo Rajoy ha, inoltre, negato qualsiasi coordinamento Madrid-Berlino dopo l’arresto di Puigdemont. Durante una conferenza stampa a Berlino, il portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha confermato che ogni decisione, sulle sorti dell’ex premier catalano, spetta agli organi giudiziari tedeschi.