Mireille Knoll è stata uccisa, a Parigi, lo scorso venerdì. Aveva 85 anni. E ha raggiunto quell’età soltanto grazie a un passaporto brasiliano. Mireille, infatti, era ebrea ed era una dei quasi 30mila ebrei, stipati nel Velodromo della Capitale Francese dalla polizia collaborazionista nel luglio 1942. Mireille è sfuggita alla più grande retata antisemita nella storia della Francia (il celebre rallestrallamento del Velodrome d’Hiver), ma la furia dell’antisemitismo non l’ha lasciata in pace. Dopo oltre 70 anni, il suo corpo senza vita è stato ritrovato nel suo appartamento, nella sua Parigi. Mireille aveva vinto l’odio nazi-fascista, ma è stata stroncata da 12 coltellate e poi bruciata.
Non l’aveva mai lasciata, Parigi. Mireille vi aveva fatto ritorno appena aveva potuto. E in quella Parigi, da cui era sfuggita, ha trovato la morte lo scorso venerdì. Pugnalata 12 volte e bruciata. Il suo appartamento, nel XI arrondissement della Capitale, è stato dato alle fiamme. Gli inquirenti non hanno dubbi: si è trattato di un incendio doloso. In più punti, infatti, si potevano vedere i segni dei vari tentativi con cui hanno appiccato le fiamme. La tragica circostanza rievoca i roghi di Auschwitz, a cui Mireille era incredibilmente sfuggita, e atterrisce la comunità ebraica di Parigi e del mondo. Secondo la Procura, le ragioni del tremendo delitto sono da ricercarsi nell’odio razziale.
“Assassinio collegato all’appartenenza della vittima a una religione”: così si può leggere nell’inchiesta avviata dalla Procura parigina che avrebbe, peraltro, già portato al fermo di due uomini. Sabato, era stato arrestato un vicino di casa di Mireille (un 29enne pregiudicato): il suo nome era saltato fuori da un recente esposto presentato dalla vittima. Il 29enne, infatti, avrebbe minacciato di bruciarle la casa. Questa mattina, inoltre, è stato fermato un 22enne con la stessa accusa. Si tratterebbe di un senzatetto pregiudicato.