Alisher Usmanov, impreditore uzbeko e numero uno di Gazprom (colosso fornitore di gas in Russia), è uno degli uomini più ricchi della Russia, con un patrimonio che ammonta a 15 miliardi di dollari circa. Stando a diverse indiscrezioni, Usmanov sarebbe la figura prediletta dal fondo americano Elliott Corporation che, dopo aver prelevato le società di Mister Li per saldare gli oltre €200 milioni di debito, vorrebbe cedere il Milan proprio al magnate russo.
Ogni tassello, nell’operazione Usmanov-Milan, trova la sua giusta collocazione. Seguiamo il filo: Usmanov, grande amico di Singer (il leader del fondo Elliott), detiene anche il 30% delle azioni dell’Arsenal, club londinese che recentemente ha eliminato proprio il Milan dall’Europa League. Singer, che tra le altre è tifoso dei gunners, potrebbe cogliere al balzo la palla del caso Skripal, della “guerra fredda” tra i Paesi di Russia ed Inghilterra che comporterebbe la mobilitazione di capitali russi fuori dall’Isola, con conseguente disinvestimento nel Paese anglosassone.
Costruendosi così l’impalcatura dell’operazione, Singer venderebbe il Milan proprio al russo Usmanov che, a differenza del suo predecessore Li, acquisterebbe il club rossonero ad un prezzo inferiore (circa 450-500 milioni di euro). Il fondo Elliott, dunque, guadagnerebbe circa €100 milioni da questa succulenta operazione finanziaria (rientrerebbe in pari dal credito concesso a Li e incasserebbe ulteriori utili) e anche Usmanov acquistando il Milan, tenuto conto dell’esodo degli investitori russi dall’Inghilterra verso altri Paesi, porterebbe a termine un affare low cost.