“Effettuerò questo provino e solo dopo potrò dire se sono all’altezza oppure no. Successivamente parlerò con il club. Al momento non voglio fare il passo più lungo della gamba, devo capire qual è il mio livello. Vivo un sogno, un nuovo capitolo della mia vita. Vediamo fino a dove arriverò”, parole senza eccessi queste pronunciate dall’ex atleta giamaicano Usain Bolt, primatista mondiale sui 100 e i 200 metri, che sta per vivere un nuovo capitolo della sua vita nei panni di calciatore del Borussia Dortmund.
La sua nuova avventura al Borussia Dortmund è iniziata ieri con un provino a porte chiuse; oggi, invece, accesso libero ai tifosi per mostrare a tutti di cosa è capace (calcisticamente parlando) Usain Bolt.
Qualcuno obietterà, certo, che il calcio non è solo scatti e prestazioni fisiche; storcerà un po’ il naso, dunque, alla decisione di re-inventarsi presa da Bolt. Ma il calcio ha subito nell’arco dell’ultimo ventennio, una evoluzione sotto il profilo della velocità, della frenesia e della rapidità nelle manovre.
Scatti, capovolgimenti di fronte, contropiedi ed un via vai continuo di calciatori su e giù per il campo ha mutato il modo di vedere, vivere e giocare al calcio. Gli atleti questo lo sanno. Gli allenatori, gli staff e le società anche: per questo l’idea di tesserare Usain Bolt presa dalla società tedesca del Borussia Dortmund, infondo, non appare poi così peregrina.