Il Consiglio dei Ministri ha nominato ben quarantotto nuovi consiglieri del CDA del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Due sono le considerazioni che sorgono spontanee avendo presente che il Cnel è quell’organismo ritenuto talmente inutile da essere stato inserito nel referendum costituzionale del 14 dicembre per essere eliminato. La vittoria dei “no”, però, lo salvò.
La prima considerazione è che di questo organismo ritenuto inequivocabilmente inutile, invece che di averne in questo frattempo con coerenza riproposto l’abolizione con una legge ad hoc, si nominano 48 consiglieri di amministrazione garantendo 48 poltrone, 48 stipendi e conseguenti 48 liquidazioni d’oro, a garanzia dei propri interessi politici.
La seconda considerazione è che un Consiglio dei Ministri sostanzialmente e formalmente decaduto per la fine della legislatura ed in carica soltanto per l’ordinaria amministrazione e sostanzialmente delegittimato dall’esito sconvolgente dei risultati di queste elezioni, proceda ancora con sconcertante spudoratezza a collocare i propri sodali in sempre più numerosi centri di potere.