Se da una parte sono migliaia gli apprezzamenti per la trasmissione “Storie Maledette” condotta dalla giornalista Franca Leosini, dall’altra c’è anche chi non ha gradito le domande rivolte dalla giornalista a Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Tra questi spicca Roberta Bruzzone, criminologa, che al Fatto Quotidiano spiega il perchè: “Ma la Leosini cosa si è letta prima di fare queste interviste? Siccome questa storia la conosco particolarmente bene, ho gli strumenti per dire che purtroppo il racconto reso non assomiglia a quello reale”.
“Ho visto entrambe le puntate dedicate alla vicenda – continua Bruzzone – e avendo studiato approfonditamente gli atti e le tre sentenze di condanna, avendo fatto parte dell’inchiesta e avendo partecipato al processo come testimone dell’accusa devo dirle che nelle carte ho letto proprio un’altra storia. Tanti aspetti davvero interessanti e importanti, contenuti nelle sentenze, non sono state portate all’attenzione o sono sono stati citati in maniera impropria. Non è il mio lavoro fare le pulci a Franca Leosini: dovrei dedicarci due o tre giorni di lavoro perché le imprecisioni sono davvero tante e ho ben altro da fare”.
La crimonologa non ha gradito nemmeno le modalità utilizzate dalla giornalista, a suo dire un po’ troppo ironica. “Dopo il “ditino birichino” di Rudy Guede, mi aspettavo una maggiore sobrietà. Alcuni passaggi e alcune scelte lessicali le ho trovate discutibili, considerato che è morta una ragazzina di 15 anni. “Ha placato gli ardori lombari”, “si è rinforcato le mutande”: ma stiamo scherzando?”.
Franca Leosini non si è privata nemmeno stavolta del suo spiccatissimo sarcasmo e a Radio Capital ha commentato così: “Io sono napoletana e un narratore napoletano ha nel DNA squarci di ironia che chi è nato al Nord probabilmente non possiede”.