Un’indagine rileva un aumento dei tempi di attesa per le visite mediche senza esplicita indicazione di urgenza. Secondo i dati, nel 2017, il Servizio sanitario nazionale ha registrato tempi nettamente maggiori rispetto all’offerta privata, che spesso risulta anche più economica.
Crescono i tempi di attesa per le visite mediche nella sanità pubblica
L’aumento dei tempi di attesa registrato nel 2017 è pari a 65 giorni nel pubblico, a fronte dei 6 dell’intramoenia, 7 nel privato e 32 nel privato convenzionato. Lo studio “Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali”, condotto da Crea e commissionato dalla Funzione Pubblica Cgil insieme alla Fondazione Luoghi Comuni, ha preso in esame un campione di 26 milioni di utenti, pari al 44% della popolazione totale, distribuiti tra quattro regioni: Lombardia, Veneto, Lazio e Campania, in un arco temporale che va dal 2014 al 2017.
Nel servizio pubblico sembra che la tempestività di accesso sia garantita soltanto per i casi urgenti. “Emerge dunque con evidenza come il privato – si legge nel rapporto – riduca drasticamente i tempi di attesa per prestazioni mediche e come anche il privato convenzionato garantisca un servizio notevolmente più rapido a quello del sistema pubblico degli ultimi anni”.
Il privato batte il pubblico anche sui costi. Le spese sostenute dai pazienti per l’intramoenia o per visite a pagamento sono molto elevate ma spesso vicine al ticket del servizio pubblico. “La sanità privata fa riferimento all’offerta pubblica per calibrare la propria e rendersi competitiva – osserva la Funzione Pubblica Cgil -, puntando sul rapporto qualità/prezzo e dunque accorciando notevolmente, con prezzi di poco superiori al ticket, i tempi di attesa”.