Czeslawa Kwoka aveva 14 anni quando fu trasportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Era il 12 marzo 1943 quando la ragazza fu marchiata con il numero 26947 e picchiata con un bastone. Morì tre mesi dopo, quando le fu iniettata una una dose di fenolo nel cuore. Di lei non rimane il suo fazzoletto rosso che portava attorno alla testa quando entrò ad Auschwitz, ma solo tre foto in bianco e nero.
L’artista digitale brasiliana Marina Amaral, 75 anni dopo, ha colorato le immagini che ritraggono Czeslawa in posizione frontale, a 45 gradi e di profilo. Il risultato è straziante. Della ragazza morta ad Auschwitz si vedono le ferite e il sangue dopo il pestaggio criminale di chi l’ha accolta nel campo di concentramento. Ma ciò che tocca di più non sono i capelli cortissimi da cui si intravede la cute ma è lo sguardo, gli occhi lucidi e vitrei di un’adolescente terrorizzata e provata che non capisce cosa le stia accadendo.
Marina Amaral è una colorista esperta in iperrealismo. Ha portato a termine un’operazione simile a quella di Czeslawa morta ad Auschwitz con un’immagine dello sbarco in Normandia e su una fotografia della madre della ragazza. L’immagine di Czeslawa è stata twittata anche dal Auschwitz Museum.