Il tentato omicidio dell’ex spia russa avvenuto in Gran Bretagna rischia seriamente di scatenare una vera e propria crisi internazionale. Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore britannico a Mosca, Laurie Bristow, mentre l’ambasciata russa a Londra ha chiesto un’indagine congiunta sul caso Skripal.
Il ministero degli Esteri russo si è affrettato a definire il caso dell’ex spia russa avvelenata una “colossale provocazione internazionale”.”A nessun media britannico sarà più concesso di lavorare in Russia” se la Gran Bretagna chiuderà “Russia Today”. Mosca annuncia poi una serie di misure ritorsive in caso di nuove sanzioni anti-russe.
La Merkel si schiera al fianco della premier May
Intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel prende posizione schierandosi con Theresa May e “condannando fermamente” l’attentato di Salisbury. La cancelliera ha inoltre “assicurato alla premier britannica di prendere sul serio la valutazione del governo britannico sulla responsabilità russa. Sta alla Russia dare veloci risposte alle legittime domande del governo di Londra”.
Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ribadisce “l’impegno della Francia nella lotta contro l’impunità rispetto all’uso di armi chimiche”. Insomma, alla base di tutto ci sarebbe l’avvelenamento di Sergei Skripal e della figlia Yulia. Sul caso hanno espresso “grande preoccupazione” l’Opac (Organizzazione per l’abolizione delle armi chimiche) e la Nato. “L’uso di qualunque agente nervino è inaccettabile”, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg.
Lunedì intanto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu incontrerà il suo omologo americano Rex Tillerson per cercare un accordo sul ritiro delle milizie dell’Ypg da Manbij, località strategica a ovest del fiume Eufrate dove stazionano anche le forze americane. “Negli ultimi tempi gli Stati Uniti stanno fornendo regolarmente armamenti al gruppo terroristico Ypg e questi armamenti vengo usati contro i nostri civili”, ha detto Cavusoglu.
Il governo turco si aspetta un completo ritiro dei curdi a est del fiume Eufrate e un successivo controllo congiunto con Washington della sicurezza di Manbij, oltre che la riconsegna delle armi fornite dagli Usa agli stessi curdi. Se non si raggiungerà un accordo, ha aggiunto, “la Turchia è pronta a procedere militarmente in modo unilaterale”.