Ammonta a circa 9 milioni di euro il valore del patrimonio definitivamente confiscato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Torino nei confronti di Giovanni Iaria, deceduto nel 2013 e già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, poiché ritenuto esponente di rilievo della “locale” di ‘ndrangheta di Cuorgnè.
Giovanni Iaria, zio di Bruno Antonio, condannato anch’egli per associazione di tipo mafioso, aveva nel tempo intrecciato amicizie in ambienti politici locali, che gli avevano consentito di acquisire conoscenze e appoggi finalizzati alla realizzazione degli interessi tipici del sodalizio mafioso.
Il provvedimento segue alla pronuncia della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibili i ricorsi avanzati dagli eredi Iaria contro l’originaria confisca disposta dal Tribunale di Torino, su proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della DIA.
L’approfondita indagine svolta nel tempo sul patrimonio personale di Iaria, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, ha evidenziato, tra l’altro, l’intestazione fittizia di beni in ambito familiare ed il reimpiego dei proventi illeciti ricavati, a partire dagli anni ‘70 e fino alla data del suo arresto, avvenuto nel 2011.
I beni interessati dall’attività, che passano definitivamente al patrimonio dello Stato, ammontano ad oltre 9 milioni di euro e sono costituiti da 2 villini, 3 abitazioni, 3 autorimesse ed un magazzino, tutti a Cuorgnè, ed un immobile in Pont Canavese.