dal nucleo di polizia economica e finanziaria di Palermo. Sono stati accertati “i rapporti di connivenza intrattenuti – nell’arco di un ventennio – tra l’imprenditore ed esponenti di spicco di Cosa Nostra agrigentina“.
L’operazione, denominata in codice “Valle dei Templi” dal nome dell’autodromo omonimo, ha portato al sequestro di società, aziende, immobili, auto, conti correnti e perfino dello stesso impianto sportivo che sorge a Racalmuto, paese d’origine dell’imprenditore.
Nel 2016, Calogero Romano era stato condannato dal Tribunale di Agrigento a sei anni e sei mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, per aver contribuito “al rafforzamento di Cosa Nostra, pur non facendone parte”, fino a quando il suo principale punto di riferimento, il mafioso Ignazio Gagliardo, non cominciò a collaborare con la giustizia.
L’imprenditore a partire dal 1992 avrebbe beneficiato dell’appoggio e della protezione di esponenti della famiglia di Racalmuto (Ag), al fine di ottenere vantaggi per le proprie imprese, nel settore edilizio e nel mercato del calcestruzzo.