Il M5S, in Sicilia, ha fatto en plein; un 28-0 da record che ha però provocato un piccolo problema di ‘abbondanza’.
Alcuni dei vincitori al proporzionale sono già eletti nei collegi uninominali e, secondo il Rosatellum, in caso di doppia elezione prevale quella nell’uninominale. Quindi, così come avvenuto nel resto d’Italia, in Sicilia chi ha vinto nel collegio ha lasciato il posto ai successivi candidati del ‘listino’. Ma sorge un problema di non poco conto: se per alcuni parlamentari ci sono i subentranti (a Villarosa subentra Antonella Papiro; a Grillo Luciano Cantone; a Lorefice Filippo Scerra), l’overbooking di eletti nel M5S ha fatto sì che scattassero più seggi degli stessi candidati e quindi mancassero i sostituti.
E dunque a chi andranno i seggi di D’Uva, Suriano e Marzana (alla Camera) e di Catalfo (al Senato)?
Ieri era circolata una tesi che, in base alla rappresentanza territoriale, i posti sarebbero stati redistribuiti, attraverso un complicato computo degli scarti, ad altre liste concorrenti in Sicilia. Una vera e propria beffa per i grillini che avrebbe penalizzato il Movimento ma che soprattutto non avrebbe tenuto conto dell’opinione espressa dagli elettori, dal popolo.
Tesi che, come era inevitabile, è stata smentita da un comunicato di questa mattina proprio del M5S: “Data l’elezione di tutti i candidati della lista, il seggio resta attribuito al M5S”, sta scritto. E quindi dove sta la verità?
I seggi non assegnati saranno attribuiti ad altri esponenti del M5s dall’ufficio elettorale centrale, come prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 361 del 1957 dove sta scritto: “qualora ad una lista fosse assegnato un seggio in una circoscrizione nella quale tutti i candidati della lista stessa fossero stati già proclamati eletti dall’ufficio centrale circoscrizionale, l’ufficio centrale nazionale attribuisce il seggio alla lista in altra circoscrizione”.
Non c’è spazio, dunque, per gli altri partiti, la legge parla chiaro.