Nel partito democratico non c’è pace. Le ‘lotte’ intestine stanno riducendo a brandelli un partito che già è uscito con le ossa rotte dall’ultima campagna elettorale. E anche se stamattina Carlo Calenda ha preso la tessera del Pd, tutto fa presumere ad una diaspora da parte di un grosso gruppo. Calenda, da neo arrivato, detta legge, così come fa Renzi che, invece, secondo molti, ha distrutto quello che era il primo partito d’Italia.
Oggi arriva la forte dichiarazione di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia e leader di Fronte democratico. “Liberarsi al più presto di personaggi come Calenda e ricominciare un cammino diverso”, parole chiare che segnano una frattura insanabile tra le aree del partito.
Emiliano e l’alleanza con il M5S all’orizzonte
“Adesso – ha aggiunto – la brutta notizia è che ha perfino deciso di iscriversi al Pd: è la notizia più triste di questi giorni”. Calenda rifiuta governo con M5s? “Motivo in più per fare l’alleanza – ha detto Emiliano – prima se ne va Calenda, meglio è”.
“Adesso – ha proseguito – con i nuovi risultati elettorali, c’è da chiedersi che succederà all’Ilva, alla Tap, all’Alitalia. Tutte cose che gli avevo detto in precedenza e che avremmo potuto risolvere brillantemente con il governo del Pd. Ma per colpa di Calenda – continua – tutto questo è andato in stallo”.
“La brutta notizia è che ha perfino deciso di iscriversi al Pd. Vorrà dire – ha sottolineato – che se continuiamo così il Pd sparirà dalla faccia dell’orizzonte politico”.