Moon Jae-in è cauto sui rapporti con la Corea del Nord e sul processo di denuclearizzazione. “È ancora troppo presto per essere ottimisti”, ha affermato oggi il presidente sud-coreano alla Blue House, sua residenza ufficiale. Moon ha infatti incontrato oggi i leader dei primi cinque partiti sud-coreani alla sede della Presidenza. “Siamo solo alla linea di partenza”, ha dichiarato.
Gli inviati speciali di Moon sono tornati ieri da Pyongyang. Sono stati in missione per il presidente sud-coreano per due giorni. Domani ripartiranno. Questa volta per Washington, dove riferiranno dei colloqui avuti con Kim Jong-un. Secondo la Yonhap, agenzia di stampa sud-coreana, gli inviati speciali, guidati da Chung Eui-yong, advisor sulla sicurezza di Moon, consegneranno agli Usa un “imprecisato messaggio” della Nord-Corea.
Gli USA intanto minacciano nuove sanzioni a Pyongyang. La questione riguarda l’assassinio di Kim Jong-nam, fratellastro di Jong-un, ucciso a Kuala Lampur con il gas nervino Vx il 13 febbraio 2017. Mandante dell’assassinio sarebbe stato proprio il dittatore Nord-coreano. La portavoce USA, Heather Nauert, ha ribadito oggi: “Gli Stati Uniti condannano con forza l’uso di armi chimiche in un omicidio”. Ciò, a suo dire, confermerebbe “la sconsiderata natura della Corea del Nord”. Anche il Giappone, come la Sud-Corea, ha manifestato un atteggiamento di cautela nei confronti della denuclearizzazione. Tokyo ha aggiunto che tutte le opzioni sono valide per fare pressioni su Pyongyang, persino quella militare.