Ed anche questa è fatta. Parodiando un famoso film, si potrebbe dire ‘italiani brava gente‘, che ancora una volta dimostrano che senza scendere in piazza con i forconi le rivoluzioni si possono fare civilmente con gli strumenti della democrazia. E l’hanno fatta. Sì, perché di una rivoluzione si è trattato. E non si parla di una rivolta circoscritta al Mezzogiorno. Al di là dei risultati definitivi di massima precisione, dagli italiani viene una voce netta e forte: BASTA.
Basta con la mala politica, con un ceto politico incapace di governare, basta con la disoccupazione crescente, basta con l’asservimento alla Unione Europea in cambio di elasticità nelle politiche interne – come detto dalla Bonino – basta con il sistema dei cerchi magici, con un governo che non tiene conto delle politiche di sostegno, basta con tasse asfissianti a fronte degli sprechi a fiumi di un sistema che nessuno ha interesse a modificare.
Basta con il crollo della nostra agricoltura, della pesca e lo strangolamento degli imprenditori. Basta con una politica che non riesce a creare occupazione né sviluppo e che produce slogan mentendo sapendo di mentire: revisione e taglio della spesa pubblica, riforma della pubblica amministrazione, macchine blu da vendere all’asta, chiusura di tutte le centinaia di partecipate inutili: gli italiani di tutte queste balle hanno dimostrato di averne buona memoria e le tasche piene. La debacle del centrosinistra e del Pd era annunciata anche se non addirittura la sua disfatta, e chi era andato per rottamare è stato rottamato: vedranno loro se continuare così o raddrizzare la barra con la guida di un politico vero, che forse potrebbe essere il bravo e saggio Veltroni. Magari un Pd che ritrovi la sua vera vocazione popolare, che aggreghi senza provocare e alimentare rabbie.
Ma se il Pd piange Forza Italia non ride, scesa com’ è ai minimi storici nonostante non sia stata forza di governo e nonostante l’altrui malgoverno: perché anche qui si è detto BASTA, basta con i soliti politici in poltrona da vent’anni, basta con un sistema fallimentare. Quello che semplicemente e chiaramente emerge è che oggi gli italiani non hanno scelto soltanto dei partiti: ma che attraverso nuovi partiti hanno scelto un nuovo sistema. E questo non perché, come è stato detto da qualcuno, spira un vento di destra: non spira alcun vento, né di destra né di altro. Cadute le ideologie, cadute le appartenenze ideali, oggi l’unico vento forte che sentiamo è quello della politica reale. Quello della politica per il popolo, dei cittadini e della loro vita quotidiana: questo hanno capito e proposto le forze vincenti e di questo sono state premiate. Per questo, tra le componenti della coalizione di centrodestra è stata premiata la forte volontà politica della nuova Lega di cambiare il sistema e per questo assistiamo allo stupefacente risultato dei Cinquestelle: entrambi questi partiti sono l’espressione più evidente della ripulsa sociale per un sistema, marcio ed obsoleto.
Ed i nostri soloni, che si affannano a definire tutto ciò “populismo” con tono dispregiativo ed insolente, forse dovrebbero cominciare a capire che “populismo” significa soprattutto espressione dei valori e della volontà del popolo.