Sette persone sono finite agli arresti domiciliari con l’accusa di aver utilizzato, su tutto il territorio nazionale, carte di credito clonate. In azione i militari del Nucleo Speciale polizia Valutaria in collaborazione con personale dei Comandi Provinciali di Bologna, Pescara e Vibo Valentia.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita su disposizione della Procura della Repubblica di Velletri. Otto persone state denunciate a piede libero. L’indagine ha tratto spunto da una comunicazione inviata dall’Ufficio sicurezza della società Nexi Spa. (già Cartasì Spa), che gestisce il circuito di pagamento con moneta elettronica, con la quale venivano segnalati dei tentativi di pagamento effettuati presso un’azienda di autotrasporti di Pomezia risultati anomali per l’entità dell’importo e l’origine estera della banca che aveva emesso le carte di credito utilizzate.
Carte di credito clonate, i retroscena
L’informazione, così pervenuta al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, è stata inquadrata in un contesto più ampio in virtù delle specifiche informazioni istituzionalmente demandate al reparto. È stato subito appurato che alcune carte di credito utilizzate nella circostanza erano state già adoperate per effettuare pagamenti, in frode, in altre località d’Italia.
Molti indagati, quasi tutti di origine calabrese, erano già noti al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, sia per alcuni precedenti specifici, sia perché presenti nell’archivio delle segnalazioni di operazioni sospette antiriciclaggio assegnate per gli sviluppi investigativi al predetto reparto che, come noto, su tale versante opera a livello nazionale.
Carte clonate, le indagini
Le indagini, svolte mediante il ricorso ad appostamenti, pedinamenti, analisi di segnalazioni di operazioni sospette inviate dagli istituti bancari, intercettazioni telefoniche e telematiche, hanno consentito di raccogliere numerosi indizi di colpevolezza in ordine a numerosi casi di frode perpetrata.
Il contenuto degli elementi di prova si è arricchito ulteriormente a seguito delle perquisizioni effettuate in tutta Italia, nel corso delle quali sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro diversi notebook, smartphone e tablet dalla cui analisi i finanzieri hanno potuto reperire nuovi elementi di dettaglio.
L’esito delle investigazioni è stato riferito all’Autorità giudiziaria inquirente che ha ritenuto di avanzare richiesta di misura cautelare per interrompere la commissione dei delitti in argomento. L’operazione conclusa rappresenta il culmine dell’importante attività di tutela del cittadino nell’utilizzo dei moderni mezzi di pagamento.