“1.400 civili uccisi nel solo mese di febbraio”. È la terrificante stima del Syrian Network for Human Right che dal 2011 tiene conto delle vittime di un conflitto che sembra interminabile. Analizzati da vicino, i dati sono ancora più tremendi: la maggioranza dei civili uccisi sarebbe morta per colpa del regime di Damasco. Vittime, quindi, del loro stesso governo.
Il 67% delle vittime è stata uccisa nella regione del Ghuta orientale. Ben 1.079 i civili uccisi a febbraio in questo territorio martoriato dalla guerra: di questi, 179 sono donne e 203 sono bambini. La media è di 8 bambini uccisi al giorno.
Nel rapporto si sottolinea che le forze governative sono tornate a usare “i barili bomba dopo quasi un anno e mezzo” nei sobborghi di Damasco e ad Aleppo.
Il Syrian Network for Human Right imputa alla forze militari russe la morte di 77 civili, di cui una trentina di bambini. All’Isis, e ad altre formazioni terroristiche, “solo” 41 civili. Agli americani, invece, e alla colazione a guida Usa sono attribuibili 102 civili, inclusi 50 bambini e 31 donne.
Il Syrian Network for Human Right fa oggi appello all’ONU: “Implenti le risoluzioni”. L’ONG si rivolge poi a Mosca e a Washington perché i governi di Russia e Usa si affrettino ad accertare le responsabilità di questa strage di civili.