Sarà l’effetto della magia del Natale, sarà che il lavoro paga, saranno le strigliate, gli allenamenti duri, i fischi di San Siro. Ad ogni modo dopo Natale, esattamente il 27 dicembre, dopo la vittoria in Coppa Italia nel derby grazie ad un goal di Cutrone al 104′, il Milan ha deciso di mettere le gambe in spalla e pedalare: la bicicletta, costata quest’estate circa €200 milioni, sembrava avesse le ruote bucate già ad inizio stagione. Poi arriva Rino Gattuso, un uomo che sa come mettere le cose a posto, che olia gli ingranaggi. Si parte. Parte un nuovo Milan.
Si parte sempre da lì, da dietro, dalla zona difensiva, dove il Milan imposta e talvolta perde ancora palloni sanguinosi che fanno infuriare Gattuso; ma è un Milan diverso, nuovo, migliorato in maniera esponenziale in termini di goal subiti: dal 27 dicembre ad oggi il Milan ha giocato 13 partite fra campionato e coppa subendo solamente 4 reti (solo in campionato, ovviamente non contando le reti subite contro la Lazio ai rigori per decretare la finalista di Coppa Italia).
Una solidità difensiva che si traduce in una crescita totale dell’organico: Bonucci (capitano, leader della squadra) e Romagnoli, insieme al fido Gigio Donnarumma, hanno eretto un muro che vanta già 570 minuti d’imbattibilità. Kessié e Calabria, quest’ultimo rivelazione stagionale insieme al bomber Cutrone, hanno dimostrato una forma fisica invidiabile. Bonaventura, Suso e Çalhanoğlu appaiono in palla, sempre con le idee chiare: anche Biglia sta ritornando quello apprezzato alla Lazio ed in Nazionale Albiceleste.
Uomini ombra, uomini che uniscono lo spogliatoio: Borini, Montolivo e, perchè no, Antonio Donnarumma: giocatori che ogni qual volta chiamati in causa hanno fornito prestazioni all’altezza, dimostrando di valere e sudare la maglia. Sono tanti i veterani presenti al Milan che consentono di far lavorare il gruppo in totale serenità: Storari, Abate, Zapata, tre che conoscono bene l’ambiente, che pur non essendo veri partecipi di questa ripresa rossonera stanno dando ugualmente il loro contributo in sordina.
Solo alcuni dei giocatori caramente acquistati nella sessione estiva di mercato dal Milan stanno adesso rendendo appieno: Kalinic e Rodriguez appaiono ancora spaesati, non al top della condizione. È palpabile la pressione che portano addosso: è importante, per loro, riuscire a mettere un punto e ripartire. Come forse sta già facendo André Silva, un giocatore che nelle ultime partite ha calcato il campo solo da subentrato ma che ha raccolto applausi per le prestazioni di sacrificio negli ultimi scampoli di partita.
Innumerevoli, fino ad oggi, i meriti di Gattuso: dall’aver dato identità alla squadra, partendo da un compatto 4-3-3 con interpreti chiari e definiti, stabilendo solide gerarchie fra giocatori, all’aver riunito un gruppo che sotto la gestione Montella appariva sfaldato, scollato fra i reparti. Funzionano adesso le catene di destra e di sinistra, il gioco fluidifica lungo le fasce: i giocatori hanno ‘fame’, la stessa che mette ringhio in panchina nel dar loro indicazioni. Un merito, ancora, che potrebbe accaparrarsi Gattuso (oltre a riempire la bacheca rossonera già da quest’anno) sarebbe quello di ripescare ed inserire ottimamente in gruppo l’infortunato Conti, vero faro per il gioco sull’esterno in fase offensiva che difensiva per il Milan.