Oltre 1100 tra donne e bambini sono stati liberati dall’esercito nigeriano dopo essere stati rapiti dai jihadisti del Boko Haram. Ieri le truppe di Abuja avevano condotto diverse operazioni nella regione del lago Ciad, vicino al confine col Camerun. La liberazione – annuncia l’esercito – è avvenuto proprio durante quelle operazioni.
È trascorsa una settimana da quando gli stessi jihadisti avevano rapito 110 ragazze da una scuola a Dapchi, nello stato settentrionale dello Yobe. “Uccisi 35 militanti del Boko Haram e sequestrati moltissimi armamenti”, ha dichiarato il colonnello Onyema Nwachukwu.
Le ragazze di Dapchi, parlano le sopravvissute
Tra i 1.100 liberati non c’è nessuna traccia delle 110 studentesse rapite a Dapchi. La loro scomparsa – che tiene sotto pressione il governo – ha sconvolto l’intera nazione e il mondo. Solo dopo una settimana, infatti, il governo di Abuja ha finalmente ammesso: “Si trovano nelle mani dei jihadisti”. Le sopravvissute, per giorni messe a tacere dalle autorità, iniziano a raccontare la terrificante esperienza.
“Erano travestiti da soldati”, racconta la quindicenne Amima che è riuscita a sfuggire agli islamisti. Dalla risata di uno di loro, aveva intuito che non si trattasse di militari. Ha corso per cinque chilometri senza sosta, fino ad un villaggio di pastori fulani. La tredicenne Hassannah ha raccontato alla CNN: “Sembravano soldati, con i turbanti i testa, dicevano che ci avrebbero salvati.”