A dieci giorni dall’inizio del primo Masters 1000 stagionale a Indian Wells, tradizionalmente i big del circuito, almeno al maschile, sono divisi tra i tornei di Acapulco e Dubai. Stavolta, però, i due tabelloni sembrano nettamente sbilanciati a favore dell’open messicano, che vede la partecipazione, tra gli altri, di Nadal (un habituè), i fratelli Zverev, del Potro, Cilic e Thiem, questi ultimi due reduci dalle delusioni di Rio de Janeiro. Al contrario, negli Emirati Arabi, c’è grande delusione per l’assenza di Roger Federer, un’istituzione da quelle parti: lo svizzero tornerà in campo per i 1000 sul cemento americano, ma ha lasciato una mezza promessa di ripresentarsi ai nastri di partenza del torneo nel 2019.
Di conseguenza, si complica la rincorsa al numero 1 per Rafa Nadal: in Messico, infatti, si troverà di fronte una serie di avversari ben più agguerriti rispetto allo scorso anno, quando perse in finale da un giocatore tutto sommato modesto come Sam Querrey, e sarà difficile, dopo un mese di stop, rientrare al massimo della forma. Lo stesso primo turno, contro Feliciano Lopez, potrebbe riservare qualche insidia, considerando che il quasi trentasettenne di Toledo ha vinto gli ultimi due scontri diretti sul cemento.
A Dubai, invece, il grande favorito è Grigor Dimitrov, reduce dalla finale a Rotterdam persa contro Federer. Il bulgaro, numero 4 del ranking ATP, è chiamato in questa stagione a confermare i risultati centrati lo scorso anno, e un torneo 500 con un tabellone molto simile a quello di un 250 rappresenta un’occasione da non fallire, se si pensa che il principale rivale è quel Lucas Pouille che ieri, sul cemento di casa a Marsiglia, ha perso in finale da Karen Khachanov, un giocatore promettente, ma ancora ben lontano dalla maturità. In campo, chiaramente da outsider, anche il nostro Thomas Fabbiano, unico rappresentante azzurro dopo il ritiro di Paolo Lorenzi e l’eliminazione nelle qualificazioni di Travaglia, battuto da Gulbis.