L’Eurozona sarebbe finalmente più robusta, ma l’inflazione non è rassicurante perché dovrebbe “mostrare segnali più convincenti di un aggiustamento verso l’alto”. Così parla Mario Draghi, presidente BCE, durante l’audizione di oggi alla Commissione Affari Economici del Parlamento europeo.
Il parere di Draghi sembra rivolta alla recente debolezza del dollaro americano: l’amministrazione Usa ha infatti notato un indebolimento a favore dell’euro che potrebbe portare a una riduzione della cosiddetta “inflazione importata”. L’inflazione dovrebbe essere portata attorno al 2%, secondo Draghi. La recente crescita comunque avrebbe favorito, secondo gli economisti, le prospettive d’inflazione. Ma il presidente della BCE è molto cauto: “Servono ancora pazienza e persistenza riguardo alla politica monetaria”.
Il numero uno della BCE è intervenuto, nell’audizione a Bruxelles, anche sui tassi di cambio, insistendo sulla “recente volatilità dei mercati finanziari”. Ha assicurato che la Banca Centrale continuerà con il suo stretto monitoraggio sulle prospettive a medio termine per la stabilità dei prezzi.