Sale senza battute d’arresto il debito dei Paesi OCSE: dai 25mila miliardi del 2008 ai 45mila del 2017. È l’OCSE ha lanciare l’allarme, reso più grave dal rialzo del prezzo del denaro. Tutto ciò rischia di rallentare la ripresa economica.
“Per i paesi fortemente indebitati” come l’Italia – paventa l’OCSE – “la velocità della crescita è determinante per la sostenibilità del debito”. La maggior parte del debito emesso dopo la crisi del 2008 maturerebbe, infatti, solo nei prossimi anni: i Paesi sviluppati dovranno rifinanziare il 40% del loro stock di debito nei prossimi tre anni.
L’economia globale è, per la prima volta dalla crisi, di nuovo in crescita. La crescita è finalmente sincronizzata, le banche hanno cominciato a ritirare le misure di stimolo messe in campo: quali sarebbero i rischi, allora? Se salgono i tassi di interesse (perché l’economia sta crescendo), allora saliranno i rendimenti dei bond. Questo porterebbe a maggiori costi per i governi per rifinanziare il debito ed emettere nuovi bond. “Per ridurre la vulnerabilità di fronte a potenziali turbolenze di mercato”, spiega l’OCSE, “è importante che i governi continuino a puntare la loro attenzione nel ridurre i rischi di rifinanziamento e ricostruire cuscinetti fiscali”.