“Ostilità, razzismo e xenofobia”. Parole durissime quelle impiegate da Amnesty International per “descrivere” l’Italia. È la stessa Italia che, quattro anni fa, veniva definita – dalla stessa organizzazione – “orgogliosa di salvare le vite dei rifugiati”. L’odio divampa in campagna elettorale: il 95% delle dichiarazioni di politici sui social “ che incitano alla violenza sono da attribuire ai tre partiti della coalizione di centro-destra”. Il 50% alla ribattezzata Lega (non più Lega Nord), il 27% a FdI e il 18% a Forza Italia. I dati li fornisce direttamente Amnesty in occasione della presentazione a Roma del suo rapporto 2017-2018 sulla situazione dei diritti umani di 159 Stati del mondo.
“Clima impossibile”: sono le parole di Gianni Ruffini, direttore generale di Amnesty International Italia, secondo cui l’odio non riguarda solo migranti e rifugiati, “ma rom, persone lgbt, donne, persino i poveri”. Presentando il rapporto, Amnesty ha riferito anche i dati rilevati dal cosiddetto Barometro dell’odio (un’iniziativa che monitora le dichiarazioni sui social di quasi 1.500 candidati ai collegi per le elezioni di Camera e Senato e dei 17 leader politici in corsa alle elezioni). Quasi totalmente, più di 500 frasi discriminatorie pubblicate – soprattutto su Facebook – sono da attribuire ai tre partiti di Salvini, Meloni e Berlusconi.
“Nessuna violenza, nessuna xenofobia, nessun razzismo”, si difende Matteo Salvini con estrema prontezza. Il segretario della nuova Lega intende solo riportare in Italia “tranquillità e rispetto delle regole”. Chiede, pertanto, un incontro ai vertici di Amnesty “per spiegar loro quel che la Lega è e fa dove governa per garantire diritti di tutti”. Il leader si augura che tale incontro possa avvenire anche nell’immediato, forse già questo pomeriggio.