Consacrarsi campione(ssa) olimpico non è da tutti. Si deve avere bravura, tenacia, costanza e anche…un pizzico di fortuna. E se a divenirlo sono le donne, tanto di cappello, l’impresa è ancora più ‘bella’.
Arianna Fontana, Sofia Goggia e Michela Moioli, alle Olimpiadi di PyeongChang, hanno fatto emozionare una nazione intera. Tre imprese diverse ma con un unico comune denominatore: il carattere, carattere da vendere. Le tre ragazze erano le favorite nelle loro rispettive discipline e nessuna ha tradito, nessuna si è fata schiacciare dalla pressione.
Per Fontana, Goggia e Moioli si è trattato del primo oro olimpico, una consacrazione arrivata dopo anni difficili, momenti dove sarebbe più facile abbandonare tutto anzichè inseguire i ‘sogni’.
Arianna Fontana aveva già avuto il suo ‘carico di responsabilità’ essendo stata scelta come portabandiera. È lei l’emblema del team Italia, è lei che moralmente ha guidato la nostra spedizione e che ha conquistato un oro olimpico che mancava da ben 8 anni (quando a conquistarlo fu Razzoli a Vancouver 2010). La Fontana non si è certo fermata alla medaglia più pregiata conquistata nei 500 metri femminili di short track, arricchendo il proprio palmarès con l’argento nella staffetta.
Il secondo oro, in ordine cronologico, è arrivato da Michela Moioli nello snowboard: carattere da vendere e consacrazione dopo un brutto infortunio. Stessa sorte per l’amica e compagna di allenamenti a Bergamo, la terza vincitrice dell’oro, Sofia Goggia, anche lei vittima di un infortunio in passato e capace di rialzarsi con caparbia e determinazione e conquistare la discesa libera.
Una menzione anche per Federica Brignone con il suo bronzo pesante nel gigante; Lucia Peretti, Cecilia Maffei e Martina Valcepina con l’argento condiviso con la Fontana nella staffetta short track; Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer di bronzo nella staffetta mista di biathlon.
Donne vincenti, caparbie e un vanto per l’Italia, donne che hanno una marcia in più!