Pugno di ferro del Comitato olimpico internazionale (CIO) nei confronti dell’atleta russo Krushelnytsky, vincitore della medaglia di bronzo nel curling (in gara mista) insieme alla moglie Anastasia Bryzgalova.
Lo scandalo Krushelnytsky rischia di far rivivere gli spauracchi del doping russo, quello che aveva portato circa 50 atleti a rivolgersi al Tas (Tribunale arbitrale dello sport) per partecipare ai Giochi. I russi vennero comunque esclusi alla vigilia della cerimonia d’apertura a seguito di un intervento sempre del CIO.
Krushelnytsky, regolarmente ai Giochi in quanto inserito nella lista degli atleti russi neutrali (Oar), si difende affermano di non aver mai usato il meldonium e che, forse, durante il ritiro dello scorso anno in Giappone, qualcuno avrebbe inserito questa sostanza a sua insaputa, miscelandola nelle sue bottiglie.
Anche la regina russa del tennis Maria Sharapova conosce bene il meldonium e le squalifiche per la sua assunzione: nel 2016 la tennista era stata trovata positiva a questo prodotto utile ad incrementare le prestazioni degli atleti ed inserito dalla Wada (World Anti-Doping Agency) in quello stesso anno come sostanza vietata.
Il Tas ha avviato dunque una procedura nei confronti di Krushelnytsky: si attendono nuovi risvolti per il futuro dell’atleta e dei Giochi.