Sgarbi: “Lasciare l’incarico di assessore? Solo se sarò ministro”

di Denise Marfia

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Sgarbi: “Lasciare l’incarico di assessore? Solo se sarò ministro”

| venerdì 16 Febbraio 2018 - 18:01
Fin dalla nomina ad assessore regionale dei beni culturali in Sicilia, Vittorio Sgarbi, aveva parlato di possibili dimissioni in casa di successo del centrodestra, senza però scendere nei dettagli. A pochi giorni dalle votazioni, però, ha deciso di puntualizzare che lascerà la poltrona soltanto se gli sarà affidato un ministero.
 
“Mi rendo conto che è difficile farsi capire su temi che sono facilmente strumentali – fa sapere in una nota. Io non ho mai detto che lascerò la Sicilia e l’assessorato. La considerazione è stata fatta, come ipotesi, con grande onestà e senza nulla nascondere, dal Presidente della Regione Musumeci. Come è possibile allora che questa ipotesi sia attribuita a me, ma che non riguardi la mia volontà? A evidenza, le elezioni regionali siciliane non erano un episodio separato e diverso dalle elezioni politiche, con le quali erano invece in stretta connessione”.
 

L’accordo di Sgarbi con il governatore Musumeci

 
“Quando, con il presidente Musumeci e Berlusconi, definimmo l’accordo per la desistenza delle liste di ‘Rinascimento’, la proposta dell’assessorato venne avanzata da loro – afferma Sgarbi -, con la inevitabile riserva non come candidato al Parlamento (la funzione di parlamentare è stata da me esercitata in quattro legislature, una nazionale e una europea) ma nel futuro governo nel ruolo di ministro dei beni culturali, per il quale, diversamente da molti e da vari candidati premier, ho le ‘stelle’ o ‘stellette’. Ovviamente – aggiunge Sgarbi – l’indicazione del mio nome come ministro, avanzata da Berlusconi, è tutta interna all’area di Forza Italia,  legata alla prospettiva di una vittoria senza altre alleanze che quella del solo centro destra unito.  Una prospettiva possibile per Berlusconi e Musumeci, e per me sperabile,  ma, ovviamente, come le cose del futuro, non certa”, continua Sgarbi.
 

Sgarbi lascia solo se ‘costretto’ dall’assegnazione di un ministero

 
“Devo quindi ribadire che, dopo le elezioni politiche, non per il seggio parlamentare, ma solo nell’ipotesi sopra indicata, non vorrò lasciare ma sarò ‘costretto’ a lasciare la funzione di assessore, al di là della mia espressa volontà, per necessità istituzionale. Nè, d’altra parte, non riesco a immaginare, oltre ogni vanità, quale assessore, di qualunque regione d’Italia rinuncerebbe a essere ministro della stessa funzione, una volta chiamato al governo”.
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